Bruxelles – Ormai la questione è all’ordine del giorno e, dopo essere stata sdoganata dal presidente francese e della presidenza di turno del Consiglio dell’UE, Emmanuel Macron, anche il numero uno del Consiglio Europeo, Charles Michel, fa un passo in avanti sulla necessità di dare una nuova forma alla cooperazione sul continente europeo. “Vorrei vedere la creazione di una comunità geopolitica europea, con l’obiettivo di approfondire la convergenza per affrontare le sfide comuni di pace, stabilità e sicurezza con i partner dell’Unione”, come i Paesi dei Balcani Occidentali e quelli del Partenariato orientale.
Alla sessione plenaria del Comitato economico e sociale europeo (CESE), il presidente del Consiglio UE non ha nascosto di avere già in mente le linee generali del progetto della comunità geopolitica europea: “I capi di Stato e di governo dei Paesi partecipanti assumeranno la guida, stabiliranno la direzione e si riuniranno almeno due volte l’anno“. Una delle aree di cooperazione più importanti dovrebbe essere la politica estera: “I ministri degli Esteri si unirebbero regolarmente al Consiglio Affari Esteri dell’UE, a seconda dell’ordine del giorno, e altre formazioni del Consiglio potrebbero seguire questo esempio”, ha continuato Michel. Il focus della nuova comunità che legherebbe Paesi membri UE e partner europei affini “potrebbe concentrarsi sull’associazione con programmi socio-economici che non richiedono necessariamente un allineamento normativo, ma che potrebbero portare concreti vantaggi reciproci”. In questo senso, “programmi come Erasmus, Horizon, i settori dei trasporti e dell’energia potrebbero essere argomenti utili per questo progetto”.
L’idea è talmente strutturata che “da qualche tempo sto consultando i 27 leader UE su questo tema”, ha rivelato il presidente Michel. Non solo: “Ho deciso di inserirlo nell’agenda del prossimo Consiglio Europeo“, che si svolgerà a Bruxelles tra il 23 e il 24 giugno. Dopodiché “proporrò una conferenza, verso l’estate o dopo, che riunisca i leader dell’Unione Europea e quelli dei Paesi partner interessati”, con l’obiettivo di “discutere le opzioni concrete di questo nuovo progetto comune”. La comunità geopolitica europea interessa direttamente anche il processo di allargamento dell’Unione Europea e lo dimostra il fatto che, a margine dello stesso Consiglio di giugno, si svolgerà “in stretta collaborazione con la presidenza di turno francese” un nuovo vertice UE-Balcani Occidentali, dopo quello infruttuoso dell’ottobre dello scorso anno.
Proprio sulla questione dell’allargamento UE il presidente Michel si è soffermato a lungo durante l’intervento alla plenaria del CESE. “Sono convinto che dobbiamo sforzarci di rendere questo processo più efficace e più vivo, perché oggi è un gioco a somma zero, o tutto o niente“. Un meccanismo che “crea molta disillusione, frustrazione e delusione da entrambe le parti, ingredienti negativi quando si vuole creare fiducia”, è l’avvertimento a 19 anni dal vertice di Salonicco, quando i leader UE si erano impegnati nella prospettiva dell’allargamento ai Balcani Occidentali. “I negoziati si sono trascinati e ora abbiamo sul nostro tavolo le richieste di Ucraina, Moldavia e Georgia“. Una pressione che rischia di diventare insostenibile per l’Unione, per i Paesi membri e per quelli che vorrebbero diventarlo. Dall’altra parte, è necessario “incoraggiare e accelerare le riforme strutturali per collegare meglio questi Paesi all’Unione Europea” e avere la “lucidità per affrontare controversie bilaterali, molto spesso causate da questioni legate alla tutela delle minoranze”.
La soluzione potrebbe essere “un processo più rapido, graduale e reversibile”, offrendo “benefici socioeconomici concreti ai nostri partner durante i negoziati di adesione, senza dover aspettarne la fine“, è quanto propone il presidente del Consiglio UE parallelamente alla creazione della comunità geopolitica europea. A tutti gli effetti si tratterebbe di “un’integrazione graduale e progressiva durante il processo di adesione”, che porti il Paese partner a essere coinvolto “con ruolo attivo e consultivo, a seconda dell’ordine del giorno” nel Consiglio dei ministri dell’area attinente agli standard già soddisfatti. Si procederebbe così a un coinvolgimento progressivo nel lavoro quotidiano dell’Unione, “man mano che viene confermata la sua conformità” a settori come il Mercato interno, il roaming o l’energia. Solo una volta che il Paese in questione raggiunge “determinati parametri di riferimento”, potrà beneficiare dell’accesso a programmi e finanziamenti europei, “che offrono vantaggi concreti, visibili e tangibili per i cittadini”. Il principio di reversibilità rimane centrale in questo processo graduale, perché “se si dovesse verificare un’inversione di tendenza, per esempio su Stato di diritto o diritti umani, alcuni dei benefici precedentemente ottenuti potrebbero essere revocati sulla base di criteri oggettivi”. L’appuntamento decisivo, ora, sarà al vertice UE di fine giugno.