Bruxelles – Dalla riforma del mercato europeo del carbonio alla tassa sulla CO2 alle frontiere. Inizia a prendere forma la posizione dell’Europarlamento sui principali dossier dell’ambizioso pacchetto sul clima ‘Fit for 55’, proposto dalla Commissione Europea il 14 luglio dello scorso anno. Oltre una decina di iniziative – tra testi di riforma o nuove proposte – per andare a rivoluzionare buona parte della legislazione europea in materia di clima ed energia.
Gli eurodeputati della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) del Parlamento europeo hanno adottato martedì 17 maggio la loro posizione sulla riforma del sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue, l’ETS (emission trading system). Insieme al meccanismo di adeguamento della CO2 alle frontiere (la cosiddetta tassa sul carbonio alle frontiere), la revisione dell’ETS è tra le componenti più importanti del pacchetto sul clima ‘Fit For 55’: attualmente copre il settore energetico, industriale e i voli intra UE, ma secondo le stime di Bruxelles mantenendo la traiettoria attuale le emissioni di CO2 nei settori coperti dall’ETS dovrebbero diminuire del 43 per cento entro il 2030, con la revisione si dovrebbe arrivare a ridurle del 62 per cento entro il prossimo decennio.
La proposta della Commissione prevede, tra le altre, l’inclusione del settore marittimo e un nuovo mercato del carbonio complementare esteso a partire dal 2026 anche a trasporti ed edifici, due settori particolarmente difficili da decarbonizzare. Il secondo ETS è una delle parti più controverse e divisive del fascicolo e i deputati hanno infine trovato un compromesso chiedendo di non inserirlo prima del 2029, quindi tre anni dopo rispetto alla proposta dell’Esecutivo. Il compromesso è stato trovato a fatica ma è stato adottato con il 69 per cento dei voti in commissione, ha spiegato in una nota l’eurodeputato tedesco Peter Liese (PPE), relatore per il Parlamento europeo sul dossier del Fit for 55, confidando la delusione per la “resistenza dei socialdemocratici e dei verdi, anche tedeschi, nonché di molti liberali e parte del mio stesso gruppo”, contrari al secondo ETS. Secondo il compromesso raggiunto, inoltre, le quote gratuite di CO2 saranno gradualmente eliminate dal 2026 e scompariranno del tutto entro il 2030 e tutti i ricavi saranno utilizzati esclusivamente per l’azione per il clima nell’UE e negli Stati membri.
Con 49 voti favorevoli, 33 contrari e 5 astensioni, gli eurodeputati hanno inoltre dato luce verde anche all’introduzione di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (acronimo CBAM) dell’UE, uno strumento complementare al mercato europeo del carbonio (ETS) perché obbligherà gli importatori ad acquistare certificati di CO2, come fanno le industrie europee nel sistema ETS, e porterà a eliminare definitivamente tutte le quote gratuite che vengono rilasciate oggi per non svantaggiare troppo le imprese europee dalla concorrenza internazionale.
Secondo la proposta dell’esecutivo comunitario, dovrebbe applicarsi all’energia elettrica, fertilizzanti, acciaio, ferro e alluminio ed entrare in vigore non prima del 2026 dopo una fase transitoria e in maniera graduale. Per gli eurodeputati, invece, il CBAM si applicherebbe dal primo gennaio 2023 con un periodo transitorio fino alla fine del 2024 e deve essere pienamente attuato per tutti i settori del sistema di scambio di quote di emissione (ETS) dell’UE entro il 2030, 5 anni prima di quanto proposto dalla Commissione. Necessario estenderne il campo di applicazione ai prodotti chimici organici, la plastica, l’idrogeno e l’ammoniaca, nonché alle emissioni indirette, sfruttare le risorse del bilancio dell’UE per sostenere i paesi meno sviluppati attraverso importi equivalenti alle somme raccolte tramite CBAM e creare a livello europeo un’autorità centralizzata che si occupi del meccanismo.
Entrambi i dossier, insieme ad altri fascicoli del ‘Fit for 55’, dovrebbero andare al voto in plenaria dell’Europarlamento nella sessione prevista dal 6 al 9 giugno a Strasburgo. Dopo il via libera dell’Eurocamera, potrà iniziare il negoziato con i governi che la Commissione europea spera di concludere prima della prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP27) in programma a Sharm el-Sheikh (7-18 novembre 2022).