Bruxelles – Carbone, petrolio, gas e anche uranio per la produzione di nucleare. La guerra d’aggressione del presidente russo Vladimir Putin contro l’Ucraina ha mostrato all’Unione Europea quanto sia dipendente dalla Russia per le importazioni di combustibili fossili e quanto la dipendenza energetica sia una debolezza geopolitica.
La Commissione Europea svelerà domani (mercoledì 18 maggio) i dettagli del suo piano ‘RePowerEU’ – già annunciato lo scorso 8 marzo – con cui intende uscire rapidamente dalla dipendenza dal gas russo e puntare sulle energie rinnovabili per accelerare la transizione verde. Il piano ha l’obiettivo di ridurre di almeno due terzi la domanda europea di gas russo entro la fine dell’anno e rendere l’Unione completamente indipendente dai combustibili fossili russi al più tardi entro il 2027. Non è cosa da poco, se si considera che l’UE importa il 90 per cento del gas che consuma, e oltre il 40 per cento di questa quota proprio dalla Russia.
A quanto apprende Eunews sui “lavori in corso” a Bruxelles (che potrebbero cambiare fino all’ultimo prima della presentazione di domani) per dire addio ai combustibili fossili, il piano della Commissione Ue sarà strutturato con una proposta per accelerare l’espansione delle rinnovabili e una strategia specifica per l’energia solare: la Commissione dovrebbe introdurre un obiettivo di installazione di oltre 300 GigaWatt di impianti fotovoltaici entro il 2028 (il doppio di quello attuale). Il raggiungimento dell’obiettivo sarebbe legato al lancio di una “European Solar Rooftop Initiative”, un’iniziativa per portare gli Stati membri a installare pannelli solari, con un obiettivo specifico per tutti i nuovi edifici e quelli che consumano più energia.
Ai governi si chiederà inoltre di investire di più nelle pompe di calore, nell’energia geotermica e solare termica. Sulla scia dell’alleanza industriale per l’idrogeno e per le batterie, verrà creata una “EU Solar Industry Alliance”, un’alleanza industriale specifica per la promozione dell’energia solare e lo sviluppo di tecnologie. Come promesso in più occasioni dall’Esecutivo comunitario, ci sarà nella proposta un intervento per accelerare le procedure di approvazione dei permessi per l’espansione delle rinnovabili nella Direttiva Energia.
Allo sviluppo di rinnovabili su larga scala, sarà affiancato un piano di risparmio energetico per cittadini e consumatori, che la commissaria per l’Energia, Kadri Simson, aveva chiamato, nell’anticiparlo settimane fa, ‘EU Save’. Nel pacchetto ci sarà inoltre una revisione al rialzo di alcuni dei target proposti nemmeno un anno fa nel pacchetto sul clima “Fit for 55’, prevedendo delle valutazioni di impatto.
In primo luogo, Bruxelles punterà a capire se l’obiettivo vincolante fissato nella Direttiva sull’efficienza energetica può essere aumentato dal 9 per cento ad almeno il 13 per cento. Nella direttiva sulle energie rinnovabili, la Commissione Ue vuole aumentare l’obiettivo di espansione dal 40 per cento al 45 per cento entro il 2030 (come richiesto dall’Europarlamento); mentre, nell’ambito della direttiva sull’efficienza energetica degli edifici, entro il 2025 è previsto il divieto di sovvenzioni per le caldaie a combustibili fossili e il tasso minimo annuo di risparmio energetico deve aumentare dall’1,5 al 2 per cento.Focus anche su volumi maggiori di biometano (fino a 35 miliardi di metri cubi la produzione europea entro il 2030, con un raddoppio dell’attuale ambizione dell’UE) e idrogeno verde, su cui si aspetta un nuovo piano in due atti delegati.la Commissione stima che 15 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile possano sostituire 25-50 miliardi di metri cubi all’anno di gas russo importato entro il 2030.
Da parte della Commissione europea si attendono infine delle nuove proposte per affrontare il caro energia e l’aumento dei prezzi di gas ed elettricità. L’Esecutivo dovrebbe limitare il prezzo del gas o consentire agli Stati membri di fare questo passo, come già accordato ai governi di Spagna e Portogallo. Anche l’Italia chiede da tempo a Bruxelles di fissare un tetto al prezzo del gas, per evitare l’effetto contagio con il mercato elettrico, ma l’apertura della Commissione sarebbe consentita solo in caso di “uno shock” per la sicurezza dell’approvvigionamento del gas, come potrebbe essere un taglio alle forniture energetiche da parte della Russia. Secondo le stime di Bruxelles, tutto il piano dovrebbe far risparmiare circa 100 miliardi di euro (80 miliardi di gas, 12 miliardi di petrolio e circa 2 miliardi di carbone) di forniture dalla Russia.