Bruxelles – La crisi da pandemia è diversa da quella derivante dal conflitto in Ucraina. e per questa loro natura ipotizzare interventi come quelli anti-COVID non è possibile. Il confronto non regge. Nuovi titoli di debito europei per puntellare nuovamente le economie degli Stati membri non sono un’ipotesi percorribile, così come, al momento, non lo è il via libera al sostegno pubblico generalizzato. Paolo Gentiloni sgombra il campo da tentazioni e ipotesi di un certo tipo. Il commissario per l’Economia sceglie la cornice del Brussels Economic Forum per tracciare la rotta da seguire in tempi di incertezze e rinnovate debolezze economiche.
Rivendica con orgoglio e soddisfazione quanto fatto per reagire alla crisi sanitaria. “Le misure anti-pandemia hanno funzionato. Se guardiamo alla disoccupazione, il tasso è molto basso”. Ma si affretta ad operare i distinguo. “Ora abbiamo a che fare con una nuova crisi, che è diversa, e che non può giustificare lo stesso sostegno” garantito sin qui attraverso il congelamento del patto di stabilità e delle sue regole, e l’allentamento delle norme sugli aiuti di Stato.
La ragione delle misure senza precedenti prese sulla scia della diffusione del Coronavirus è legata alla natura simmetrica delle ricadute. Tutti si sono ritrovati colpiti, e in modo analogo. Ora la crisi energetica si abbatte in modo diverso sugli Stati, alcuni dipendenti più di altri da gas e petrolio russi. “E’ impossibile continuare con politiche di bilancio di sostegno massiccio“. Quello che serve, precisa Gentiloni, “è sostegno mirato”. Un esercizio non facile, ma imprescindibile tenuto conto anche del clima politico.
Gli Stati membri sono alle prese con la riflessione sul patto di stabilità. Da più parti si avverte la necessità di rivederlo, prima di riportarlo in vigore. Ma qui l’Europa degli Stati marcia tutt’altro che compatto. Al contrario, è diviso. Il commissario per l’Economia ne è più che consapevole. Conferma una volta di più che allo stato attuale non c’è intesa, ma si dice “fiducioso” che presto o tardi si troverà. Il nodo è sempre lo stesso, la necessità di “trovare il giusto equilibrio tra investimenti e prudenza di bilancio”. Ma aggiungere un ulteriore elemento di possibile attrito è politicamente anche poco opportuno, oltre che fattualmente fuori luogo. La crisi in corso è diversa, e va trattata diversamente da quella precedente.