Bruxelles – Aprire un secondo conto in rubli in Gazprombank viola il regime di sanzioni UE contro la Russia e gli Stati rischiano di incorrere in una procedura di infrazione da parte di Bruxelles. Scade a metà maggio il termine per le aziende energetiche europee, come per l’italiana ENI, per pagare le forniture di gas al gigante energetico russo Gazprom e la Commissione Europea cerca di fare ordine in un quadro normativo che è diventato molto complicato da quando il presidente russo Vladimir Putin ha imposto con un decreto datato 31 marzo il pagamento del gas in rubli, la valuta locale, aprendo un secondo conto presso Gazprombank.
Per Bruxelles non si può fare ed è una chiara violazione delle sanzioni varate dall’UE contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina. “Tutto quello che va al di là dell’orientamento dato dalla Commissione” ai governi “come aprire un conto in rubli per pagare il gas russo, andrebbe contro le decisioni prese dall’Ue nei vari pacchetti di sanzioni. Il nostro orientamento non è cambiato nelle scorse settimane e abbiamo già indicato cosa è possibile fare e cosa non lo è. Aprire un conto per pagare in rubli non è permesso”.
In questi termini il portavoce capo dell’Esecutivo comunitario, Eric Mamer, ha cercato oggi (17 maggio) di mettere un punto alle incertezze degli ultimi giorni. La questione si fa urgente perché a metà maggio scade l’ultimatum del Cremlino per adeguarsi alle richieste di Putin e anche perché le aziende temono il taglio delle forniture energetiche da parte di Gazprom come è già successo a Bulgaria e Polonia appena qualche giorno fa, perché le due capitali si sono rifiutate di pagare in rubli le loro forniture.
Secondo la Commissione Europea la violazione delle sanzioni sarebbe nel fatto che aprire un conto in rubli comporterebbe il passaggio di denaro europeo attraverso la Banca centrale russa, sanzionata in uno dei pacchetti di misure restrittive. Il problema non è Gazprombank, uno dei pochi grandi istituti bancari non colpiti dalle sanzioni di Bruxelles, proprio perché attraverso questa banca l’UE può continuare a pagare il gas importato dalla Russia. Per molti governi UE, compreso quello italiano, si è creata “una zona grigia” (come l’ha definita il premier Mario Draghi) dal momento che non esiste alcun appiglio ufficiale che dica che il pagamento in rubli sia una violazione delle sanzioni.
Venerdì scorso Bruxelles ha inviato alle capitali un quadro aggiornato di linee guida per capire cosa è consentito fare e cosa non lo è. Nelle linee guida agli Stati “abbiamo indicato agli Stati membri quello che possono fare, tutto ciò che è compatibile con le sanzioni. Tutto quello che va oltre, non lo è”, ha aggiunto Mamer. E l’apertura del secondo conto in rubli non lo è. Il portavoce ha poi spiegato che è compito degli Stati membri far applicare le sanzioni anche alle compagnie energetiche, come il divieto di pagare in rubli il gas russo, e se non lo fanno possono incorrere in procedure di infrazione. Questo perché in sede di Consiglio “gli Stati membri hanno preso una decisione collettiva di adottare le sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina e sono obbligati a rispettare questa decisione che ha un quadro giuridico nell’UE e se non lo fanno si applicano il quadro generale delle procedure di infrazione”, ha spiegato.
Per l’apertura di una procedura di infrazione ci voglio mesi e anni, secondo molti con questa ambiguità la Commissione sta adottando una linea morbida a cui si appelleranno le compagnie energetiche per non vedersi tagliare le forniture di gas da Mosca. Mamer ha infine chiarito che la possibilità di vedersi tagliare le forniture è reale e la Commissione lo sa. “Ci attendiamo che le autorità russe possano esercitare il loro ricatto energetico sull’Europa in qualsiasi momento”.