Bruxelles – Più della metà dei lavoratori dipendenti dell’Unione Europea nei settori di scienza e tecnologia nel 2021 è rappresentato dalle donne. Secondo gli ultimi dati Eurosta, lo scorso anno le lavoratrici europee erano 38.652.000, pari al 52 per cento dei 74 milioni di persone, tra i 15 e i 74 anni, oggetto della ricerca.
Si tratta di un dato che segna un +4 per cento rispetto al 2020 (37.158.700) e un +26 per cento rispetto al 2011 (30.735.100) e che conferma il trend di crescita degli ultimi anni. Questa percentuale arriva al 53,3 per cento nella fascia di età che va dai 25 ai 34 anni, con almeno 9.4 milioni di lavoratrici (su un totale di 17.6 milioni) e un incremento, dal 2011, del 14,8 per cento – mentre il numero dei lavoratori maschi nello stesso arco di tempo si ferma a un +10,8 per cento.
Ma va segnalato che, stando ai dati Eurostat, in Italia il dato delle donne impiegate nei settori della scienza e della tecnologia nel 2021 è pari a 3.412.400 su un totale di 7.243.300, sotto la media europea (47,11 per cento). Al Sud la percentuale di incidenza delle lavoratrici tocca il 46 per cento (554.300). Il Nord-Est (749.700) e il Nord-Ovest (1.071.600) del Paese si fermano al 47 per cento, mentre il centro Italia è appena sopra, con il 47,75 per cento. Ad alzare la media italiana sono le isole, con il 50,07 per cento (268.400).