Bruxelles – Valvole e rubinetti, il mercato è vivo, in crescita, ma comunque non immune alle turbolenze geopolitiche. Nel 2021 il mercato globale delle valvole industriali è cresciuto dell’8 per cento, raggiungendo un fatturato di quasi 70 miliardi di euro, al di sopra del livello precedente alla pandemia. Questo dicono i dati presentati da Oxford Economics in occasione della riunione dell’Assemblea generale del CEIR, l’associazione europea dei produttori di valvole e rubinetti di cui fa parte anche AVR, la principale associazione italiana di categoria del settore.
In questa espansione globale del settore, l’Europa (UE, Balcani, Turchia, Regno Unito, Paesi dello spazio economico europeo) ha rappresentato circa 17 miliardi di euro della domanda globale di valvole nel 2021, con una crescita del mercato del 10 per cento in tutte i principali paesi produttori. Tendenze positive che rischiano di essere riviste al ribasso, però. “Quest’anno si preannunciava una robusta espansione del 6 per cento, ma l’impatto della guerra Russia-Ucraina ridurrà certamente la crescita prevista”, ammette Jeremy Leonard, managing director di Oxford Economics.
Alla carenza di materie prime e all’interruzione nelle forniture figlie della pandemia di COVID-19, si aggiunge ora inflazione alle stelle e aumento del prezzo del gas e dell’energia. “Le turbolenze nei mercati europei dell’energia hanno fatto nascere difficoltà impreviste”, continua Leonard, secondo cui “è probabile che avvenga una lieve recessione industriale in Europa quest’anno“. In questo contesto i settori ad alta intensità energetica come i prodotti chimici e la raffinazione dei carburanti saranno duramente colpiti, dando una battuta d’arresto alla domanda di valvole e attuatori”.
Anche la filiera di rubinetti e miscelatori non sembra restare immune che investe tutti i mercati globali, incluso quello a dodici stelle. Secondo gli ultimi dati forniti da BRG, le vendite in volume di rubinetti e miscelatori in Europa hanno recuperato oltre il 10 per cento nel 2021, rispetto all’anno precedente. Tuttavia, “le prospettive per il 2022 indicano un mercato relativamente piatto, influenzato dalle interruzioni della catena di approvvigionamento, dai prezzi più alti delle materie prime e dalla continua incertezza economica”.
L’Italia, secondo fornitore europeo dopo la Germania, registra una produzione per circa 7,7 miliardi di euro, per un incremento del 14,1 per cento rispetto al 2020 trainate dalla domanda estera. La metà delle esportazioni, che valgono un fatturato da circa 4,7 miliardi di euro, è destinata al mercato unico europeo, mentre il resto è destinato al mercato mondiale, soprattutto in Medio ed estremo oriente.
Il ‘made in Italy’ del valvolame e rubinetteria può fare affidamento su fondamentali solide. “Le aziende italiane, grazie alla buona patrimonializzazione consolidata in tanti anni di attività, stanno resistendo a due anni di pandemia con una situazione economica resa estremamente incerta dalla guerra in atto sui confini europei”, spiega Sandro Bonomi, presidente di AVR – l’associazione dei costruttori valvole e rubinetti federata Anima Confindustria. A Eunews confida che “il lavoro c’è, gli ordini arrivano”, e che il ‘made in Italy’ del settore è competitivo perché già eco-sostenibile, come vuole l’Unione europea nella sua strategia di trasformazione verde del modello produttivo. “Impieghiamo principalmente ottone, e usiamo ottone da rottami per i nostri prodotti”. Vuol dire che “non ci sono problemi di produzione per il momento, e inoltre alimentiamo un ciclo virtuoso di materie prime” in un momento in cui “c’è scarsità di materiali”. Le incognite non mancano, e gli ostacoli già ci sono, e non lo nasconde. “Questa lunga crisi aggravata da costi esorbitanti di tutte le materie prime è estremamente difficile da gestire, anche per i lunghi tempi di consegna di tutti i materiali e per l’incertezza di ciò che potrà accadere nei prossimi mesi”.
I produttori europei di valvole e rubinetti sono comunque consapevoli della natura strategica del settore. “A causa del crescente pericolo di siccità nel mondo, anche la gestione dell’acqua sta acquistando sempre maggiore importanza”, ricorda Nurdan Yucel, presidente CEIR eletta in occasione dell’assemblea generale di Bruxelles. “I miglioramenti delle infrastrutture e delle sovrastrutture saranno inevitabili”, e non va dimenticato che il settore comprende i fabbricanti che fanno parte della produzione di attrezzature per le condutture, dal punto di partenza della fornitura d’acqua “fino a raggiungere il rubinetto delle nostre case”. Per questo “vediamo con fiducia al futuro del nostro settore, che sarà vitale nei prossimi anni mantenendo la sua produzione senza interruzioni”.