Bruxelles – Nella storia dell’Unione Europea e dell’Europa, ci sarà un prima e un dopo il 24 febbraio, quando la Russia ha avviato l’invasione dell’Ucraina. E’ per l’UE “il nostro momento whatever-it-takes“, quello che avviene una volta ogni generazione e spinge a un cambiamento di vasta portata. Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, nell’intervento di apertura della seconda e ultima giornata dell’annuale forum dello Stato dell’Unione evoca l’ormai celebre slogan “whatever it takes” pronunciato nel 2012 dall’allora governatore della Banca Centrale europea Mario Draghi per salvare “a qualunque costo” la moneta unica dalla crisi del debito comune.
Anche se stavolta l’obiettivo è diverso, è l’impegno a oltranza dell’Unione Europea a dover essere lo stesso. A qualunque costo. E’ il momento “in cui bisogna capire che l’Europa è anche nelle strade di Bucha, nei tunnel di Mariupol, nelle cantine di Irpin, sulle rive di Snake Island”, ha detto la presidente, sottolineando che le persone che “vengono brutalizzate” nelle città ucraine “cercano da noi supporto, speranza, persino per sopravvivere. Capiscono che non c’è alternativa all’Europa”.
Non è la prima volta che Metsola evoca lo slogan pronunciato da Draghi, in riferimento a quanto sta accadendo in Ucraina da oltre due mesi. Riconosce che l’Europa potrebbe non essere perfetta – “siamo tutt’altro che perfetti”, sottolinea – ma rappresenta “un bastione della democrazia liberale, delle libertà personali, della libertà di pensiero, della sicurezza“. Pone l’accento sul grande errore di valutazione che ha fatto il presidente russo Vladimir Putin nel “presumere che le nostre differenze fossero una debolezza; la nostra difesa dei diritti fondamentali, segno di debolezza. Si era sbagliato. In democrazie come la nostra, questi sono i nostri punti di forza. Sono le basi dei prossimi passi. Sono la nostra legittimità e sono la nostra bussola”.
Whatever it takes è quello che serve anche per fare scelte coraggiose in materia di sanzioni contro il Cremlino per l’ingiustificabile aggressione verso Kiev. “Continueremo con sanzioni e aiuti all’Ucraina”, assicura Metsola. “Metteremo fine alle importazioni di petrolio e perché dobbiamo portare a termine la nostra politica di zero gas dalla Russia, vogliamo e dobbiamo ricostruire l’Ucraina e ci preoccuperemo e accoglieremo tutti coloro che fuggono dalle bombe, dai missili e dalle atrocità di Putin”. Convinta che “l’Ucraina vincerà e l’Europa sarà pronta per la prossima generazione”.