Strasburgo, dall’inviato – Si stringono sempre di più i rapporti tra UE e Repubblica di Moldova, dall’energia alla difesa, fino all’assistenza finanziaria e al percorso di riforme strutturali, preambolo dell’adesione all’Unione. Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha fatto visita oggi (mercoledì 4 maggio) a Chișinău, per un confronto a 360 gradi con la presidente, Maia Sandu, e la premier, Natalia Gavrilița. “Questo è un momento decisivo per la Moldova e per l’Europa, le conseguenze della guerra russa non si fermano ai confini ucraini, ma incidono sulla più grande crisi di rifugiati dalla Seconda Guerra Mondiale e sull’aumento dei prezzi di cibo ed energia”, ha esordito Michel nel suo punto con la stampa. In particolare Chișinău “ha subito un duro colpo per la sua vicinanza” al conflitto, anche considerati “l’esacerbazione della crisi COVID-19 già in atto e i rischi per l’approvvigionamento energetico”.
La Moldova ha dato una risposta chiara, “sin dal primo giorno dell’invasione”, con la condanna dell’aggressione russa e l’accoglienza di oltre 100 mila rifugiati ucraini (il numero pro capite più alto di tutta Europa). È per questo motivo che, sotto pressione su diversi fronti – migratorio, energetico e di sicurezza – il Paese partner merita “l’incrollabile solidarietà” dell’UE: “È un nostro dovere aiutarvi, riaffermando il sostegno alla stabilità, sovranità e integrità territoriale”, ha ribadito con forza il numero uno del Consiglio. Proprio la visita nella capitale moldava è l’opportunità per dare prova di promesse che avranno un riscontro a livello economico e politico. Oltre a quanto già fatto in ambito umanitario – “13 milioni di euro per programmi urgenti, 15 milioni per la gestione della migrazione e altri 15 per la missione di assistenza UE alle frontiere” – Bruxelles sarà impegnata a rafforzare la sicurezza energetica del Paese partner. Già da metà marzo la rete elettrica moldava è sincronizzata con quella continentale, “per sostenerne la stabilità”, ma il passo più importante arriverà presto: “Con i leader UE abbiamo concordato che la nostra prossima piattaforma comune per l’acquisto di risorse energetiche sarà aperta ai partner associati, compresa la Moldova”.
Affrontando il tema della sicurezza, però, non si può non tenere presente il pericolo che la Russia sta portando alla Repubblica dall’esterno e dall’interno. “Vi aiuteremo a rafforzare la resilienza di fronte alle ricadute dell’aggressione russa in Ucraina sul piano della difesa”, ha promesso Michel, rivolgendosi alla presidente Sandu. È atteso il sostegno da 7 milioni per “attrezzature mediche e ingegneristiche dell’esercito” nell’ambito del Fondo europeo per la pace, e l’UE aumenterà “significativamente” il sostegno alle sue forze armate moldave con “ulteriori attrezzature militari” e con assistenza nell’affrontare attacchi informatici e disinformazione. Un impegno che si imposta in senso difensivo, “perché dobbiamo evitare quanto più possibile un’escalation di tensione”, ha avvertito il presidente del Consiglio UE.
Il riferimento esplicito è alla situazione particolarmente tesa nell’autoproclamata Repubblica filo-russa separatista di Transnistria. Dopo gli attacchi a Tiraspol e lungo il confine con l’Ucraina – che sanno di strategia di destabilizzazione russa e di tentativo di trovare un pretesto per un intervento armato – Bruxelles guarda con apprensione alla potenziale escalation di violenza nella regione e cerca sì di dare un supporto tangibile a Chișinău per la difesa, ma senza esacerbare i rapporti con le autoproclamate autorità della Repubblica separatista. In merito alla questione, è stata proprio la presidente moldava Sandu a fare il punto: “Quanto è successo in Transnistria è preoccupante e irresponsabile, se sommato alle minacce esplicite di aggressione alla nostra sovranità che arrivano dai generali russi”. Anche se “non ci sono minacce imminenti di invasione“, le autorità della Repubblica di Moldova hanno “piani ovviamente pronti per fronteggiare questa eventualità“, ha confermato la presidente le preoccupazioni dell’UE.
Anche in considerazione di questa situazione delicata, il presidente Michel ha ribadito la necessità di spingere sulla strada delle riforme, che “aumenteranno la resilienza della Moldavia e rafforzeranno la sua sovranità e indipendenza”. Il terzo canale di supporto da Bruxelles riguarda proprio il settore dello Stato di diritto, “in particolare la riforma in corso degli organi di governo giudiziario e la lotta alla corruzione”. Sforzi che si indirizzano verso la “difesa dei nostri comuni valori democratici, in un percorso di avvicinamento irreversibile“, soprattutto ora che la Moldova ha fatto richiesta di adesione all’UE. “Ci stiamo muovendo con una velocità inedita”, ha confermato il leader del Consiglio, ricordando le tappe già percorse: dall’inizio delle discussioni politiche tra i leader UE al vertice straordinario di Versailles – “che hanno portato alla decisione di supportare la domanda” – alla richiesta “in pochi giorni, quando di solito richiede nove mesi”, alla Commissione di elaborare il proprio parere formale.
Confermato che “entro fine giugno l’esecutivo comunitario darà il proprio parere e, appena sarà pronto, sarà nell’agenda del Consiglio“. In ogni caso, “si tratta di un processo complesso, perché tutte le condizioni devono essere rispettate”, ha messo in chiaro Michel: allo stesso tempo, “siamo stati chiari che siamo pronti ad agire con prontezza”. Da Chișinău le aspettative sono alte, ma realistiche. “Non chiediamo nessuna scorciatoia, solo di avere garanzie, per quanto possibile, che il futuro dei nostri cittadini è nell’Unione“, ha incalzato la presidente Sandu, che fra due settimane sarà a Bruxelles per rivolgere un discorso alla plenaria del Parlamento Europeo. Una nuova occasione per riaffermare il legame sempre più stretto tra UE e Repubblica di Moldova, messo alla prova di una guerra le cui conseguenze si stanno espandendo come una macchia d’olio e di sangue.