Bruxelles – Unione bancaria, serve pazienza e ancora lavoro. La riunione straordinaria dei ministri dell’Economia e delle Finanze dell’area euro non ho trovato la quadra necessaria per giungere al completamento di un progetto su cui adesso più che mai si intende spingere. “Dobbiamo cercare di procedere adesso per completare l’unione bancaria”, perché poi potrebbe essere troppo tardi, avverte il presidente dell’Eurogruppo, il ministro irlandese Paschal Donohoe (PPE), consapevole della posta in gioco e delle diverse sensibilità attorno al tavolo. Nessuno si immaginava un accordo, la riunione intendeva far progredire un dossier per cui “lo spazio di manovra per cambiamenti rispetto alla proposta sono molto, molto limitati”, e quindi “l’opportunità per cambiamenti è esile”.
Assai meno limitate sono le divergenze tra le delegazioni. Il passaggio delle competenze sulle garanzie dei depositi bancari dalle autorità nazionali al Comitato unico di risoluzione, per quanto graduale, si spinge troppo in là per alcuni (soprattutto i nordici), mentre troppo poco per altri. Ancora, nel mai superato ragionamento su riduzione e condivisione del rischio, divergenze e schieramenti restano gli stessi. Il tetto ai titoli di debito pubblico detenuti dalle banche resta imprescindibile per tedeschi e olandesi, con l’Italia che vorrebbe minore rigidità e meno limiti in materia. Altro nodo non sciolto, l’eventuale estensione degli strumenti di risoluzione delle banche in difficoltà agli istituti di credito di media e piccola dimensione. Un qualcosa che andrebbe chiarito in quella indicata come “fase uno” dell’assicurazione dei depositi, quella gestione concorrente Stati membri-Eurosistema, al via dal 2025 e in vigore almeno per tre anni.
Entità dei dubbi che rendono bene l’idea dell’esile possibilità di successo. Donohoe non fa drammi. Servirà ancora lavoro, ma questo era chiaro fin dall’inizio. “L’incontro è andato come mi aspettavo”, riconosce. “E’ emerso un ampio accordo tra i colleghi sull’esigenza di realizzare l’Unione bancaria e allo stesso tempo gli Stati membri hanno formulato le proprie posizioni”. Ci si dà tempo fino a giugno per trovare un’intesa politica, caldeggiata dalla BCE. “Un’unione bancaria completa è fondamentale per promuovere la crescita e la stabilità e per rafforzare l’integrazione finanziaria dell’Europa”, ricorda ai governi la presidente Christine Lagarde, che attende la chiusura del cantiere negoziale.