Strasburgo, dall’inviato – Alta tensione sui cieli della Scandinavia. Svezia e Danimarca hanno convocato oggi (lunedì 2 maggio) i rispettivi ambasciatori della Federazione Russa dopo la violazione dello spazio aereo da parte di un aereo militare russo nella serata di venerdì (29 aprile). Le autorità di entrambi i Paesi UE hanno confermato che il velivolo è entrato senza autorizzazione nello spazio aereo danese a est dell’isola baltica di Bornholm, per poi proseguire in quello svedese, a sud di Blekinge.
“Si tratta di una nuova violazione russa, è totalmente inaccettabile e particolarmente preoccupante nella situazione attuale“, ha commentato su Twitter il ministro degli Esteri danese, Jeppe Kofod, la decisione di convocare l’ambasciatore russo a Copenaghen, a cui gli ha fatto eco il ministro della Difesa svedese, Peter Hultqvist: “È una violazione inaccettabile, non professionale e chiaramente inappropriata, la nostra sovranità sarà sempre rispettata”. I movimenti dell’aereo russo a elica AN-30 nello spazio aereo di Svezia e Danimarca sono stati monitorati e registrati dai caccia di entrambi i Paesi che, dopo averlo fotografato e seguito, lo hanno costretto a lasciare la zona. In ogni caso, quest’azione desta particolare preoccupazione per una potenziale azione di spionaggio messa in atto dal Cremlino a scopo intimidatorio.
Come ricordato dal ministro danese, un incidente simile era già avvenuto all’inizio di marzo, quando quattro aerei da guerra russi avevano violato lo spazio aereo svedese sul Mar Baltico, sopra l’isola di Gotland. Da quando la Russia ha iniziato l’invasione dell’Ucraina lo scorso 24 febbraio, si è intensificato il dibattito in Svezia (e in Finlandia) per abbandonare la tradizionale politica di non allineamento militare e aderire all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), mentre per il primo giugno in Danimarca è stato convocato il referendum per decidere se il Paese si unirà alla cooperazione dell’UE in materia di difesa, revocando la clausola opt-out sull’astensione dalla partecipazione alle operazioni militari e di difesa dell’Unione. Tutte decisioni che mettono in chiaro come i Paesi della penisola scandinava stiano rivedendo le proprie politiche di lunga data in materia di sicurezza, a causa della minaccia militare portata dalla Russia.
Mentre la Danimarca (e la Norvegia) già aderisce alla NATO, Stoccolma ed Helsinki si trovano sotto pressione da parte di Mosca, minacciate di “ritorsioni” nell’eventualità decidano di diventare trentunesimo e trentaduesimo Paese membro dell’Alleanza. Non ci sono evidenze, ma sembra tutt’altro che casuale il tempismo dell’invasione dello spazio aereo dei due Paesi da parte dell’aereo militare russo. Nello stesso giorno, quattro navi da guerra NATO erano ormeggiate nel porto della capitale svedese – con cui da tempo sono stati stretti legami di cooperazione rafforzata – per “esercitazioni tra partner e l’aumento dell’interoperabilità in uno scenario di guerra anti-sommergibile”, si legge in una nota dell’Alleanza.
“Oggi non c’è un pericolo diretto contro la Svezia di un’aggressione armata, ma non possiamo escludere che accada“, ha spiegato il capo delle forze aeree, Carl-Johan Edström, all’emittente nazionale SVT. A causa delle discussioni sulla possibile adesione NATO di Stoccolma ed Helsinki, “c’è il rischio che la Russia intensifichi le sue attività”, ha aggiunto. Così come nella vicina Finlandia, anche in Svezia il sostegno per l’adesione all’Alleanza è arrivato ai massimi storici: secondo i sondaggi, è salito al 54 per cento dei cittadini, mentre prima della guerra si attestava sotto il 20 per cento. Alti funzionari UE hanno spiegato a Eunews che questo cambio di opinione in un lasso di tempo così ristretto è “a suo modo sconcertante”. Allo stesso modo, le intenzioni di voto per il referendum che si terrà in Danimarca fra un mese danno al 55 per cento l’appoggio dell’elettorato alla volontà del governo guidato da Mette Frederiksen di unirsi alla cooperazione UE in materia di difesa.