Bruxelles – “Con i loro servizi dalle linee del fronte e i riflettori puntati sulle plateali violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario commesse dalle forze armate russe, i giornalisti danno un contributo fondamentale alla lotta contro la disinformazione e la manipolazione delle informazioni che serpeggiano intorno all’invasione”. È con queste parole che l’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha celebrato il ruolo dei media nella guerra in Ucraina, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa di domani (3 maggio 2022).
“Le forze russe trattengono, sequestrano o addirittura rapiscono e perseguitano giornalisti e attori della società civile per impedire al mondo di sentire la verità”, ha affermato Borrell: “Esortiamo con fermezza la Federazione Russa a porre immediatamente fine a simili attacchi e pratiche”. Giornalisti, cineoperatori, cronisti, fotografi e blogger “rischiano la vita per tenerci informati”, ha proseguito l’alto rappresentante, sottolineando come, secondo il Consiglio d’Europa, sarebbero almeno dieci gli operatori dell’informazione, ucraini e internazionali, uccisi dallo scoppio della guerra.
È il caso di Brent Renaud, il documentarista americano colpito nei pressi di un posto di blocco nella città di Irpin. Era stato ritrovato con un vecchio tesserino del New York Times, per quanto stesse lavorando, per altri, a una serie di corti sul tema dei rifugiati. O della giornalista russa Oksana Baulina, inviata per The Insider ed ex collaboratrice del leader di opposizione Alexei Navalny, prima che la sua fondazione venisse inserita da Mosca nella lista delle organizzazioni ‘estremiste’. Anche del cameraman Pierre Zakrzewski e della giornalista Oleksandra Kuvshynova, entrambi in Ucraina per Fox News. Del documentarista lituano Mantas Kvedaravičius che nel 2016 aveva girato Mariupolis, proprio nella città di Mariupol, proiettato al Festival del cinema di Berlino, mentre, già nel 2011, aveva vinto il Premio di Amnesty International con Barzakh, girato in Cecenia. Degli operatori dell’informazione ucraini: il cameraman Yevheniy Sakun ucciso dal missile che ha distrutto la torre televisiva di Kiev, il fotografo Maks Levin, i giornalisti Roman Nezhyborets e Zoreslav Zamoysky e il giornalista e scrittore Yevgeny Bal, morto dopo tre giorni di torture.
“La sicurezza dei giornalisti è una priorità dell’Unione Europea”, ha evidenziato Borrell, che ha ricordato come agli organi di informazione e ai giornalisti in Ucraina l’UE fornisca un sostegno di emergenza comprendente anche un supporto psicologico, elmetti e altri dispositivi di protezione, oltre a finanziamenti con cui coprirne gli stipendi. “La libertà di stampa consente una società più democratica, più forte e più inclusiva ed è strumentale per la protezione e la promozione dei diritti umani”, ha concluso l’alto rappresentante: “Continueremo a combattere per la libera stampa e non ci tireremo indietro”.