Bruxelles – La struttura del mercato elettrico all’ingrosso dell’Unione Europea non è responsabile per l’attuale crisi dei prezzi dell’energia, garantisce forniture efficienti e sicure di elettricità in condizioni di mercato relativamente “normali” e dunque “vale la pena di essere mantenuta”. Sono le conclusioni a cui è giunta l’ACER, l’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione tra i regolatori dell’energia, nella valutazione finale pubblicata venerdì 29 aprile sulla struttura del mercato all’ingrosso dell’elettricità dell’UE.
L’analisi del mercato elettrico europeo gli era stata commissionata in autunno dalla Commissione Europea per valutare che tipo di interventi sul mercato apportare per affrontare il rincaro dei prezzi dell’energia, su pressione di diversi Stati membri come la Francia e la Spagna. Con la guerra in Ucraina i prezzi di gas ed elettricità hanno raggiunto livelli da record dal momento che la Russia è il principale fornitore di gas all’Europa. Ma la crisi geopolitica si è inserita in un contesto di prezzi energetici già molto elevati a causa della ripresa della domanda con la progressiva uscita dalla fase più acuta di pandemia COVID-19.
Per mesi i governi europei si sono divisi in due schieramenti, tra un gruppo di Paesi mediterranei guidati dalla Spagna – spalleggiati anche da Italia e Portogallo – a favore di un intervento mirato dell’UE sul mercato elettrico, con l’introduzione ad esempio di massimali sui prezzi dell’elettricità o del gas e anche un disaccoppiamento dei prezzi del gas e dell’elettricità per evitare il cosiddetto effetto contagio. Germania e altri Paesi del Nord Europa frenano in sostanza perché un massimale di prezzo potrebbe disincentivare gli investimenti alle energie rinnovabili.
Per l’autorità dei regolatori dell’energia l’attuale desing del mercato non ha bisogno di essere ristrutturato in profondità, e non è “responsabile per l’attuale crisi” ma anzi ha contribuito a mitigarne gli effetti più gravi. Tuttavia, le Istituzioni dell’UE dovrebbero prendere in considerazione miglioramenti “a lungo termine” per garantire l’espansione su larga scala di energie rinnovabili necessarie alla decarbonizzazione entro il 2050, tra cui un aumento degli scambi di elettricità tra i paesi dell’UE, un maggiore coordinamento tra i paesi per sostenere gli investimenti nelle reti e nelle infrastrutture elettriche.
Proprio questa settimana, Madrid e Lisbona hanno ottenuto, vista la particolarità energetica del loro territorio (con poche interconnessioni e tante rinnovabili), l’approvazione da parte della Commissione Europea per fissare un tetto al prezzo del gas come misura temporanea per un anno. L’ACER ritiene che “non sia del tutto chiaro” quale sia il contributo che un tetto al prezzo del gas potrebbe dare. L’autorità avverte della necessità di essere “molto prudenti” verso l’intervento sul mercato all’ingrosso in “tempo di guerra”, quindi giustificato da una emergenza. La relazione conclude che “la necessità di interventi nel funzionamento del mercato dovrebbe essere considerata con prudenza e attenzione in situazioni di estrema costrizione”.
E’ sulla base di questa valutazione che la Commissione europea dovrà presentare a maggio le sue proposte per una eventuale riforma del mercato elettrico, l’ultimo Consiglio europeo di fine maggio ha dato il mandato politico all’Esecutivo per esplorare tutte le opzioni sul tavolo per ammortizzare i costi della crisi, compreso il cosiddetto ‘price cap’ (il tetto sul prezzo. La Commissione Europea porterà avanti il confronto sulla struttura del mercato elettrico all’ingrosso dell’UE “per fornire le iniziative necessarie già a maggio, come richiesto dal Consiglio europeo di marzo”, ha confermato su twitter la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson.