Bruxelles – Dal prossimo 16 settembre la Russia cesserà di far parte della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), il trattato internazionale firmato nel 1950 sulla tutela dei diritti umani e le libertà fondamentali in Europa e sottoscritto da tutti i Paesi che formano il Consiglio d’Europa (ora 46). Lo ha confermato questa mattina (giovedì 28 aprile) il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a nome della presidenza italiana del Consiglio d’Europa, intervenendo alla sessione primaverile dell’Assemblea parlamentare a Strasburgo. “La Corte europea dei diritti dell’uomo potrà comunque esprimersi su eventuali violazioni della Convenzione per fatti antecedenti a questa data”, ha precisato il ministro italiano.
La decisione era stata annunciata dal Comitato dei ministri, come conseguenza naturale dell’espulsione della Russia dal Consiglio d’Europa ai sensi dell’articolo 8 dello Statuto lo scorso 16 marzo (e divenuta effettiva con la risoluzione del 22 marzo): tra gli effetti, c’è l’estromissione di Mosca da diversi organi e trattati internazionali, compresa la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. “La nostra sfida è quella di affermare i principi e valori del Consiglio d’Europa anche a rischio di perdere un nostro membro”, ha sottolineato con forza Di Maio: “Abbiamo dimostrato realmente quali sono i principi fondanti a cui apparteniamo” e, per quanto riguarda la guerra russa in Ucraina, “molti degli Stati rappresentati in quest’emiciclo sanno che stiamo facendo di tutto per scongiurare una guerra mondiale”.
Rispondendo alle domande dei delegati all’Assemblea parlamentare, il ministro degli Esteri ha precisato che “stiamo utilizzando tutti gli strumenti pacifici per contribuire all’isolamento della Russia”, ma allo stesso tempo la sua espulsione dal Consiglio d’Europa “non implica un disimpegno rispetto alla società civile russa“, che “ha bisogno di quest’istituzione per difendersi dalle violazioni”. Sul breve periodo questo significa che, sul piano della Convenzione, la Corte europea dei diritti dell’uomo potrà trattare tutti i ricorsi presentati contro Mosca, riguardanti presunte violazioni della Convenzione avvenute fino al 16 settembre. Parallelamente, il Comitato dei Ministri “continuerà a sorvegliare l’esecuzione delle sentenze e delle risoluzioni”, precisa una nota del Consiglio d’Europa: “La Russia è tenuta a soddisfare l’integrità dei suoi obblighi finanziari fino al 16 marzo e a versare tutti gli arretrati maturati fino a quella data”.