Bruxelles – L’Unione europea dichiara guerra alla partite truccate. Europol, l’ufficio europeo di polizia, inizia la sua collaborazione con la massima autorità calcistica europea, l’UEFA, per contrastare illeciti e criminalità organizzata nel mondo del pallone. Per la prima volta esperti e responsabili di entrambi gli organismi hanno tenuto una conferenza internazionale sul fenomeno della ‘combine’. L’obiettivo è contrastare insieme il fenomeno. Identificare nuovi modi di indagare e cooperare nei casi relativi alla corruzione sportiva e alle partite truccate è il principale ambito di lavoro congiunto che si intende sviluppare.
A preoccupare è soprattutto l’impatto della pandemia sui club professionistici. “La criminalità organizzata ha subito capito che molte squadre di calcio stavano soffrendo finanziariamente a causa del COVID-19”, anticipa Burkhard Mühl, capo del Centro europeo per la criminalità finanziaria ed economica (EFECC) di Europol. Il che vuol dire che “dove ci sono meno soldi, giocatori, allenatori, dirigenti e persino dirigenti di club sono sempre più vulnerabili a essere corrotti”. Si teme dunque che i mancati incassi e le perdite seguite a chiusura degli stadi possano essere recuperati in altri modi, tutt’altro che regolari. Il rappresentante dell’ufficio europeo di polizia non ci gira troppo attorno. “Stiamo assistendo a sempre più casi di partite truccate e risultati sospetti“, anche più che in passato.
Non si offrono dettagli, non si suggeriscono né campionati né loro protagonisti, ma il fenomeno sembra essere allargato. Il tavolo di lavoro Europol-EUFA è lì a dimostrarlo. “Questa prima conferenza internazionale congiunta è un importante passo avanti nella lotta contro le partite truccate”, sostiene Angelo Rigopoulos, direttore generale per l’Integrità e la Regolamentazione della UEFA. Ma soprattutto “invia un forte segnale che entrambe le organizzazioni sono qui per unire le loro forze e fare tutto il possibile per ridurre al minimo questo fenomeno”.