Bruxelles – Il quadro dell’Unione Europea per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale è “solido e robusto”, ma presenta alcune “carenze”. È ciò che è emerso dalla relazione pubblicata oggi (26 aprile) dalla Corte dei Conti europea, che ha esaminato lo stato di tutela dei marchi, dei disegni e modelli – l’aspetto di un prodotto, a partire dalle linee, i contorni, la forma, i materiali – e delle indicazioni geografiche dell’UE all’interno del mercato unico.
La relazione tiene conto del periodo che va da gennaio 2017 ad aprile 2021 ed è la prima mai fatta. Prende in esame cinque Paesi (Francia, Grecia, Lituania, Romania, Ungheria) ed esclude l’attuale status dei diritti d’autore e dei brevetti.
Secondo la Corte, se le misure a protezione dei marchi dell’UE sono adeguate, la normativa per i disegni e i modelli è invece “incompleta e obsoleta”. Mentre ci sarebbero alcune lacune, sempre sul piano legislativo, per quanto riguarda le indicazioni geografiche. Altre criticità riguarderebbero l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), l’agenzia responsabile della registrazione dei marchi, dei disegni e dei modelli dell’UE, e l’applicazione della normativa all’interno dei diversi Stati membri.
La relazione individua “uno scarso allineamento tra i quadri normativi per i disegni e modelli nazionali e il quadro giuridico dell’UE”. I singoli Stati prevedrebbero infatti procedure e scadenze diverse durante i processi di domanda, esame, pubblicazione e registrazione di disegni e modelli. Con conseguenze anche a livello europeo: i disegni e i modelli nazionali registrati hanno la priorità se si richiede la registrazione europea. Altre differenze riguardano le procedure di ricorso e il sistema di tassazione.
Sempre a livello europeo, secondo la Corte, mancherebbe inoltre “una metodologia chiara” per stabilire le tasse relative al marchio UE e ai disegni e modelli dell’Unione. Dalla relazione emerge infatti che il carico fiscale dell’Unione per il deposito e il rinnovo dei diritti di proprietà intellettuale è almeno tre volte superiore a quello della Francia, cioè alle commissioni nazionali più alte tra quelle dei cinque Paesi esaminati. Un dato che va sommato alle eccedenze dell’EUIPO che, solo nel 2020, ne avrebbe accumulate per 308,75 milioni di euro.
“L’accumulo di eccedenze significative è contrario al principio secondo cui le entrate devono essere sufficienti a raggiungere il pareggio di bilancio, come stabilito nel regolamento pertinente”, riporta la relazione, secondo cui le tasse imposte non rifletterebbero i costi effettivi. I criteri sono previsti dal regolamento sul marchio dell’Unione Europea e dal regolamento sulle tasse da pagare per la registrazione di disegni e modelli comunitari.
In relazione alle indicazioni geografiche (il cosiddetto ‘made in’), la Corte dei Conti ha sottolineato come non ci sia un regime di protezione a livello europeo per tutti i prodotti. La normativa non comprende i prodotti non agricoli come disegni e modelli industriali e artigianali, pur, in alcuni casi, tutelati dalla normativa nazionale di alcuni Stati membri.
Più in generale, la stessa direttiva sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale non sarebbe applicata in maniera uniforme in tutta l’Unione Europea, e non sarebbe per tanto sufficiente “a garantire un livello elevato e omogeneo di protezione di tali diritti nel mercato interno”. Stessa cosa per i controlli doganali, che spesso cambiano a seconda del luogo di importazione di un prodotto, lasciando alle merci contraffatte punti di ingresso nell’UE.
“L’attuale quadro dell’UE non assicura ai diritti di proprietà intellettuale tutta la protezione necessaria”, ha dichiarato Ildikó Gáll-Pelcz, membra della Corte e responsabile dell’audit. “L’auspicio è che le raccomandazioni della Corte servano all’UE per innalzare tale protezione al livello che il mercato unico esige”.