Bruxelles – Dopo settimane di “negoziati intensi”, i governi di Spagna e Portogallo hanno annunciato martedì pomeriggio un accordo di principio con la Commissione europea per limitare temporaneamente il prezzo del gas naturale per le centrali elettriche per far fronte al rincaro delle bollette energetiche, trainato anche dalle tensioni geopolitiche della guerra in Ucraina.
Ha parlato di un “accordo politico di principio” in conferenza stampa a Bruxelles la vicepresidente e ministro per la Transizione ecologica spagnola, Teresa Ribera, al fianco dell’omologo portoghese, Duarte Cordeiro. Un punto stampa organizzato dopo l’incontro che i due ministri europei hanno avuto con la vicepresidente della Commissione UE per la Concorrenza, Margrethe Vestager, che ha sancito il via libera formale di questo compromesso.
#ENERGY | LIVE PRESS CONFERENCE with @DuarteCordeiro, Environment Minister @ambiente_pt and @teresaribera, Minister for the Ecological Transition @mitecogob https://t.co/hzgKTk0zW1
— Portugal na UE 🇵🇹🇪🇺 (@RPPortugalUE) April 26, 2022
Bruxelles permetterà ai due governi di applicare nella penisola iberica un prezzo di riferimento del gas iniziale a circa 40 euro al megawattora, con la prospettiva di arrivare a un prezzo medio di 50 euro/MWh per tutto il periodo di attuazione di questo meccanismo temporaneo, autorizzato per dodici mesi. Di compromesso si tratta perché Spagna e Portogallo avevano chiesto il mese scorso di fissare un massimo di 30 euro per megawattora, 10 euro in meno rispetto a quanto concordato alla fine. Questa misura temporanea ed emergenziale dovrebbe portare a un calo del prezzo del mercato elettrico all’ingrosso dagli attuali oltre 200 euro e dovrebbe applicarsi già a partire dal mese di maggio, anche se mancano ancora diversi dettagli sull’accordo.
All’ultimo Consiglio europeo di fine marzo, il premier spagnolo Pedro Sánchez era riuscito a ottenere sostegno da parte della Commissione UE e dagli altri leader europei per riconoscere la cosiddetta “eccezionalità iberica”. La penisola iberica ha una situazione molto particolare a livello energetico, gode di scarse interconnessioni con il mercato centrale dell’UE e un “alto carico di energie rinnovabili”, aveva sintetizzato la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa al termine del Summit.
Queste particolarità territoriali hanno spinto la Commissione a consentire una regolamentazione specifica e temporanea per abbassare il prezzo delle bollette. Per il momento l’Esecutivo europeo non esclude che un intervento massiccio sul mercato di questo tipo possa farsi anche a livello europeo, a maggio presenterà una proposta per intervenire sul mercato energetico, anche se non ha ancora chiarito come in attesa di una valutazione da parte dell’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione tra i regolatori dell’energia (ACER).
Diversi governi europei spingono per una revisione di ampia portata, che includa ad esempio un disaccoppiamento dei prezzi di gas ed elettricità per scoraggiare il cosiddetto “effetto contagio”. Ma diversi Stati membri spingono anche per estendere a livello comunitario quanto accordato oggi ai governi di Madrid e Lisbona, fissando un prezzo al gas naturale usato per la produzione di energia elettrica. A sostenere la richiesta anche il premier Mario Draghi, che porterà sul tavolo degli altri capi di Stato e governo – che si riuniranno il 30-31 maggio a Bruxelles in un vertice straordinario – la richiesta di fissare un tetto al prezzo del gas russo, facendo valere il potere dell’Unione Europea come principale acquirente dei combustibili fossili importati da Mosca.
“Spagna e Portogallo hanno raggiunto oggi un importante accordo con Bruxelles per fissare un prezzo di riferimento per il gas e ridurre la bolletta dell’elettricità. Dall’inizio del conflitto in Ucraina, abbiamo lavorato a politiche efficaci che proteggano i cittadini, le PMI e l’industria”, ha commentato in un tweet Sánchez.