Bruxelles – Altri cinque anni. Emmanuel Macron è stato rieletto presidente della Francia, sconfiggendo al ballottaggio l’avversaria di estrema destra, Marine Le Pen, e (quasi) tutta l’Unione Europea festeggia una vittoria che allontana il pericolo di una frattura dall’interno del progetto europeo. Non è un caso se le prime note che risuonano sotto la Tour Eiffel prima del discorso presidenziale sono proprio quelle dell’Inno alla Gioia di Ludwig van Beethoven, l’inno europeo scelto da Macron per la seconda volta di fila a spianare il suo cammino verso l’Eliseo. Solo dopo arrivano quelle della Marsigliese.
“Avete scelto un progetto umanista, ambizioso per l’indipendenza del nostro Paese e per la nostra Europa“, ha esordito Macron davanti ai suoi sostenitori riuniti sotto il simbolo della Francia. Un progetto “repubblicano nei suoi valori, sociale ed ecologico”, che l’inquilino dell’Eliseo vuole “portare avanti con forza per gli anni a venire”. Altri cinque, appunto, dopo i cinque già trascorsi alla guida del Paese. “C’è molto da fare, la guerra in Ucraina ci ricorda che stiamo attraversando tempi tragici, in cui la Francia deve mostrare la chiarezza della sua voce e costruire la sua forza in tutti i campi”, ha promesso agli elettori e ai cittadini francesi.
Il presidente rieletto dovrà però fare una riflessione profonda sulle differenze emerse tra i risultati delle elezioni appena vinte e quelle del 2017, quando il leader liberale di La République En Marche trionfò con i due terzi dei voti sulla stessa candidata di Rassemblement National. In particolare sulle profonde divisioni che hanno accompagnato l’intensa sfida elettorale con Le Pen. I risultati definitivi mostrano che Macron ha vinto sì con una maggioranza netta (58,54 per cento dei voti), ma che ha perso per strada quasi otto punti percentuali in cinque anni. Le Pen si è rafforzata puntando anche a un ammorbidimento delle sue posizioni più estremiste e – anche se i sondaggi della vigilia davano la rielezione di Macron quasi per certa – ha tenuto aperta fino all’ultimo la partita per l’Eliseo.
Il dato più rilevante da analizzare, però, non è tanto l’avanzata dell’estrema destra, quanto la disillusione generale dell’elettorato: l’astensionismo è aumentato al 28 per cento degli aventi diritto al voto (rispetto al 25 del 2017) e, come numero di elettori, ha superato anche quelli che si sono espressi a favore di Le Pen (13.656.109 contro 13.297.760). Buona parte di questo fenomeno va ricondotto alla scelta fatta dai sostenitori della sinistra radicale di La France Insoumise, che al primo turno avevano premiato con un risultato inaspettato il loro candidato Jean-Luc Mélenchon, mentre al ballottaggio si sono divisi tra il sostegno a Macron o a Le Pen e, in larga misura, la decisione di non recarsi alle urne. “Saremo custodi ogni giorno delle differenze, ci rispetteremo a vicenda, ma continueremo a lavorare per una società più giusta e l’uguaglianza tra donne e uomini”, ha commentato Macron durante il suo discorso. “Rendo omaggio anche a chi mi ha votato non perché condivide le mie idee, ma per sbarrare la strada all’estrema destra“, ha aggiunto: “Sarò vostro debitore per questo voto”.
Avec vous. Pour vous. Pour nous tous.https://t.co/lA5u4Sv82Q
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) April 24, 2022
Si congratulano con Macron tutti i leader dell’Unione Europea. “In questi tempi difficili, abbiamo bisogno di un’Europa forte e di una Francia pienamente impegnata in un’Unione Europea più sovrana e strategica“, ha commentato su Twitter il presidente del Consiglio UE, Charles Michel, rallegrandosi per il fatto di poter “contare sulla Francia per altri cinque anni”. Sulla stessa linea la numero uno della Commissione Europea, Ursula von der Leyen: “Caro Macron, voglio congratularmi per la rielezione a presidente della Repubblica, non vedo l’ora di continuare la nostra eccellente cooperazione”, soprattutto in questi ultimi due mesi di presidenza di turno francese del Consiglio dell’UE. “Insieme faremo progredire la Francia e l’Europa“, ha ribadito von der Leyen. Anche la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ricorda che “un’Unione Europea forte ha bisogno di una Francia forte”, per “affrontare le sfide di un mondo sempre più incerto e preoccupante”, rilanciando il lavoro tra i due co-legislatori.
Da Berlino, il cancelliere Olaf Scholz si congratula non solo con l’inquilino dell’Eliseo, ma anche con gli elettori francesi che “hanno inviato un messaggio di forte impegno verso l’Europa“, come si legge su Twitter: “Sono felice che continueremo la nostra buona cooperazione”. Soddisfazione espressa anche dal premier Mario Draghi, dopo l’annuncio dei risultati delle presidenziali francesi: “La vittoria di Macron è una splendida notizia per tutta l’Europa“, ha commentato il capo dell’esecutivo italiano, ricordando che “Italia e Francia sono impegnate fianco a fianco per la costruzione di un’Unione Europea più forte, più coesa, più giusta, capace di essere protagonista nel superare le grandi sfide dei nostri tempi“. Congratulazioni “del governo italiano e mie personali”, ha affermato Draghi, che ha fissato l’obiettivo comune: “Siamo pronti da subito a continuare a lavorare insieme, con ambizione e determinazione, al servizio dei nostri Paesi e di tutti i cittadini europei”.
Ce projet, je le porterai avec vous. pic.twitter.com/DruhuhWNA6
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) April 24, 2022