Bruxelles – Imparare dalle lezioni della pandemia da COVID-19. L’Europarlamento dà il via a una commissione speciale dedicata a scandagliare la risposta che l’UE ha saputo dare alla più grave crisi sanitaria che si sia trovata ad affrontare, mettendo in luce le carenze di una Unione in cui la materia della sanità è in capo (quasi esclusivamente) alle competenze nazionali.
Composta da 38 eurodeputati, la commissione COVI ha iniziato i suoi lavori in una sessione costitutiva martedì 19 aprile, eleggendo anche il suo ufficio di presidenza: ha nominato la sua presidente, la belga Kathleen Van Brempt (S&D), e i suoi quattro vicepresidenti, l’eurodeputato tedesco Andreas Glück (Renew Europe), la polacca Ewa Kopacz (PPE), la francese Michèle Rivasi (Verdi/EFA) e il polacco Karol Karski (ECR). Come tutte le commissioni speciali costituite dall’Europarlamento, avrà dodici mesi di tempo per lavorare e formulare delle raccomandazioni, con la possibilità per gli eurodeputati di prorogarne le attività. E’ stata istituita dal Parlamento Europeo con una decisione del 10 marzo scorso, su proposta della conferenza dei Presidenti, poi approvata durante la sessione plenaria del 23 e 24 marzo.
Sulla scia di una pandemia tutt’altro che alle nostre spalle, le raccomandazioni che arriveranno dalla commissione dovrebbero preparare l’Unione ad affrontare nuove crisi di natura sanitaria, ma non solo. L’approccio sarà volutamente olistico, si cercherà di guardare oltre la crisi sanitaria in senso stretto andando ad analizzarne le conseguenze e ricadute anche sul piano socio-economico. La commissione ha infatti il mandato di elaborare una relazione finale su come la risposta europea alla pandemia e gli insegnamenti tratti da questa crisi possano contribuire all’azione futura dell’Unione europea in quattro grandi aree della politica europea: salute, un approccio coordinato alla democrazia e ai diritti fondamentali, alle conseguenze socio-economiche della pandemia e delle crisi e, infine, all’Unione Europea e al mondo.
La pandemia COVID-19 è stata la prima grande crisi sanitaria globale che l’Unione europea si sia trovata a dover affrontare, ma non sarà l’ultima. Da questo assunto è nata ormai un anno fa dentro la Commissione Europea una riflessione sulla necessità di avere più Unione della Salute, non solo di fronte alle crisi sanitarie in atto ma anche per prevenirle. I lavori della commissione dell’Europarlamento saranno complementari al lavoro legislativo che sta facendo l’Esecutivo comunitario, attraverso tre modiche legislative importanti: il rafforzamento del mandato dell’Agenzia europea dei medicinali, quello del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC) per conferirgli più margine di manovra per raccogliere dati da parte degli Stati ed emettere raccomandazioni, ed infine una nuova proposta di legge per far fronte in maniera unitaria alle minacce sanitarie transfrontaliere.”Questa è la prima volta che un’istituzione europea guarderà in modo olistico alla pandemia di Covid-19″, ha sottolineato la presidente Kathleen Van Brempt. La prima riunione ordinaria della commissione si terrà il prossimo 11 maggio.