Città del Vaticano – “Il mondo ha scelto lo schema di Caino”, il mondo uccide il fratello. Papa Francesco si prepara a tornare al Colosseo per la Via Crucis, dopo due anni, e torna a parlare della martoriata Ucraina. “Io li capisco i governanti che comprano le armi, li capisco ma non li giustifico”, afferma. Per portare la Croce nella tredicesima stazione, ha scelto una famiglia russa e una ucraina, insieme, simbolicamente riunite.
Una decisione che ha provocato un terremoto diplomatico anche all’interno delle Mura Leonine. Poche ore dopo la diffusione della notizia, l’ambasciatore neo-accreditato presso la Santa Sede, Andrii Yurash, si è detto apertamente contrario all’idea, in un tweet. Un inciampo diplomatico che sembra, al momento, non aver avuto conseguenze. Dello stesso parere si è dimostrato essere l’arcivescovo maggiore di Kiev, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk: “Abbiamo trasmesso alla Santa Sede l’alta indignazione degli ucraini di tutto il mondo, penso che si tratti di un’idea inopportuna”, ha affermato.
“Occorre comprendere una cosa”, ha spiegato nelle ore successive il direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro: “Francesco è un pastore non un politico. Agisce secondo lo spirito evangelico, che è di riconciliazione anche contro ogni speranza visibile durante questa guerra di aggressione definita da lui ‘sacrilega’. Per questo ha pure consacrato insieme Ucraina e Russia al Cuore di Maria”. Dal Vaticano filtra che il Pontefice potrebbe incontrare il patriarca di Mosca, Kirill, a Gerusalemme. L’incontro, che sarebbe il secondo dopo quello a Cuba nel 2016, si dovrebbe tenere nel mese di giugno, approfittando della sua visita in Libano che si dovrebbe tenere il 12 e 13 del mese.
Intanto, l’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, ha personalmente guidato un’ambulanza, donata dal Pontefice all’ospedale cardiologico della capitale ucraina, da Roma a Kiev. Nella capitale ucraina trascorre il Triduo e la Pasqua con chi resiste da 50 giorni. La sua Via Crucis è nelle zone più segnate dalla crudeltà del conflitto: “Mi ha colpito la testimonianza del direttore dell’ospedale che ha curato anche i militari russi, questo è puro Vangelo”, ha confessato. “Basta uscire poco lontano da Kiev per trovare i segni più profondi della guerra, fino alle persone senza vita”, ha raccontato a Vatican News. Raggiungerà questi luoghi e celebrerà la Via Crucis con il nunzio, in modo privato, “dove c’è la Passione vera di Gesù, dove la gente soffre e muore. Ma noi termineremo la Via Crucis con la stazione della risurrezione”, scandisce.