Bruxelles – Dopo il cibo, l’industria. L’UE intende tutelare i prodotti artigiani e industriali locali attraverso l’introduzione di una nuova speciale etichetta di origine industriale (IG) concepita per il settore secondario di città e regioni. Chi immetterà nel mercato unico prodotti con caratteristiche specifiche tipiche del territorio e realizzati almeno parzialmente in loco, potrà fregiarsi del nuovo strumento di tutela dalla contraffazioni. Ceramiche, cristalleria, abbigliamento, pizzi, gioielli, mobili e coltelli: ecco quello che potrà finire sotto tutela di indicazione geografica una volta che la proposta di regolamento verrà approvata ed entrerà in vigore (si prevede l’applicazione dall’1 gennaio 2024). L’esecutivo comunitario stima che fra 300 e 800 prodotti industriali locali potranno essere al riparo dalla concorrenza sleale, innanzitutto comunitaria e poi internazionale nei futuri accordi commerciali. Ma la lista è “aperta”, vuol dire che chiunque può fare richiesta di riconoscimento.
Spetterà alle singole imprese fare richiesta, con l’apposito formulario messo a disposizione dalla Commissione europea. In termini di costi, a livello UE non sono previsti canoni ad eccezione della procedura di “registrazione diretta”. Tuttavia, a livello nazionale, gli Stati membri possono addebitare tasse, come per le indicazioni geografiche per vino, bevande spiritose e prodotti agricoli. Una volta ottenute, le indicazioni geografiche sono concesse a tempo indeterminato.
“L’Europa ha un’eredità eccezionale di artigianato e prodotti industriali di fama mondiale”, premette il commissario per il Mercato interno e l’industria, Thierry Breton. “È tempo che questi produttori beneficino di un nuovo diritto di proprietà intellettuale, come i produttori eno-gastronomici, che aumenterà la fiducia e la visibilità per i loro prodotti, garantendone autenticità e reputazione”.
La misura, nel tutelare le eccellenze delle economie locali, intende anche rilanciare l’attrazione turistica. Attraverso la promozione e la valorizzazione dei ‘local made in’ con l’etichetta di origine industriale IG, si può rilanciare anche un settore messo a dura prova dalla pandemia di Coronavirus.