Bruxelles – Una barella, un telaio e due ruote di bicicletta. Più un mezzo a fare da traino, magari una motocicletta per andare più veloci, ma anche un buon paio di gambe possono bastare. Serve questo (e poco altro) per assemblare AmbuBrousse, l’ambulanza di fortuna ideata dall’ex volontario di Medici senza frontiere Guy Dellicour per migliorare l’accesso alle cure nelle zone rurali dell’Africa.
Il progetto parte tre anni fa, dopo che Dellicour, belga, alle spalle gli studi da architetto, viaggia con alcuni amici tra Ciad, Mauritania ed Etiopia. “Spesso la distanza che separa un villaggio dall’ambulatorio più vicino supera i 20 chilometri”, spiega l’ex volontario: “La cosa ricade soprattutto sulle donne incinte. Fare la stessa strada sul portapacchi di una bicicletta o su un pousse-pousse (risciò, ndr), comporta un grave rischio per loro e i figli”. Da qui, la soluzione: Ambubrousse.
Il termine nasce dalla contrazione di ambulance de brousse, “ambulanza della savana”. “Il nome è stato lanciato per scherzo da uno di noi”, racconta l’ex volontario, “poi è rimasto per caratterizzare il nostro modello di trasporto, fatto con materiali facilmente reperibili in loco, e confortevole, grazie al suo sistema di ammortizzatori: ci sono camere d’aria che alleggeriscono ciascuna ruota”.
Il punto di partenza è avere un buon saldatore, mentre le istruzioni sono pubbliche e possono essere consultate sul sito del progetto. A disposizione, in forma gratuita, i disegni e persino alcuni tutorial che mostrano, passo passo, come costruire la propria ambulanza. “In Africa, abbiamo fornito i piani di fabbricazione a diverse scuole tecniche, della sezione apprendistato di saldatura. Così, mentre imparano, gli studenti si rendono già utili alla società”, spiega l’inventore.
Al momento il progetto è presente nel Ciad e in Madagascar. “In Ciad, abbiamo realizzato due Ambubrousse nell’arco di tre settimane insieme ad alcuni futuri studenti e al loro insegnante”, sostiene Dellicour. Mentre sull’isola dei lemuri, “una piccola comunità rurale molto attiva ha intrapreso la fabbricazione di diversi Ambubrousse con l’obiettivo di venderli alle ONG locali in un contesto di economia circolare”.
Il costo, con l’utilizzo di materiale locale, si aggira sui 200 euro a mezzo. A condizione però che sia i telai che le ruote (vanno bene anche riciclati da vecchie bici rotte) vengano donati. Per questo, tra i progetti futuri, c’è la collaborazione tra alcune scuole tecniche del Senegal e la catena di negozi di articoli sportivi Decathlon, che fornirà gratuitamente queste componenti, riciclate. “Non nascondo che la nostra preoccupazione più grande è, adesso, quella di trovare i soldi per mettere in pista questo progetto”, afferma però l’ex volontario. Ambubrousse è ancora solo in partenza.