Bruxelles – “Non si tratta di una nuova sanzione contro la Russia”, ma per quanto Adina Valean cerchi di spiegare l’ultima mossa della Commissione europea risulta difficile non trovare il legame con l’aggressione russa dell’Ucraina e la risposta dell’UE. Nell’annunciare la revisione della lista nera delle compagnie aeree dei Paesi terzi non sicure, e l’introduzione di ben 20 operatori russi in un colpo solo, tra cui Aeroflot, la commissaria per i Trasporti si limita a ricordare l’esercizio che a Bruxelles viene svolto periodicamente in nome della tutela dei cittadini-viaggiatori.
“L‘Agenzia federale russa per il trasporto aereo ha consentito alle compagnie aeree russe di far operare centinaia di aeromobili di proprietà straniera senza un certificato di aero-navigabilità valida”. I vettori del Paese euroasiatico sarebbero dunque irregolari, non rispondenti a criteri e standard europei. Una diretta conseguenza allo stop commerciale decretato dall’Unione europea nei confronti di Mosca. Il divieto di esportazione di tutta una serie di beni e merci rende impossibile rifornire l’industria russa di pezzi di ricambio, il che non permette opera di manutenzione. Dunque potrebbe aver ragione Valean: non si tratta di nuova sanzione, quanto dell’effetto delle sanzioni.
Aeroflot, Aurora Airlines, Aviacompany, Izhavia, Rusjet, Air Yakutia, Uvt Aero, Siberia Airlines, Smartvia Airlines, Iraero, Ural Airlines, Alrosa, Nordstar, Rusline, Jsc Yamal, Skol, Utair, Pobeda, Rossiya Airlines dunque nella lista nera. Al divieto di volo seguito alla chiusura dello spazio aereo per i 20 operatori russi si aggiungono anche le questioni di sicurezza. L’aviazione civile russa dunque viene messa a dura prova.