Strasburgo, dall’inviata – Nessuna posizione di veto dall’Italia su un possibile embargo sul gas importato dalla Russia, ma una decisione in questo senso deve “rimanere in una dimensione di europea”. Lo ha sottolineato il sottosegretario agli Esteri e segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, a margine dei lavori della Conferenza sul futuro dell’Europa al Parlamento europeo di Strasburgo rispondendo a una domanda di Eunews sulla possibilità di decidere un embargo a livello nazionale sugli idrocarburi in arrivo dalla Russia se non dovesse trovarsi una posizione comune a livello europeo, come ha fatto ad esempio la Lituania.
L’Unione europea ha adottato venerdì il quinto pacchetto di sanzioni contro Mosca per l’aggressione dell’Ucraina e la guerra in corso, prendendo di mira per la prima volta le importazioni di carbone dalla Russia. I governi restano divisi sull’inclusione del gas in un ipotetico futuro pacchetto e in parte sono ancora cauti sul petrolio, che rispetto al solo carbone avrebbero un impatto decisamente maggiore sulle entrate della Russia. Non è però il momento “delle posizioni unilaterali”, ha chiarito con forza il Sottosegretario, spiegando che “l’obiettivo di tenere unita l’Unione Europea è in sé un obiettivo”.
Chiaro che unità “non può significare paralisi” in seno al Consiglio sulle decisioni da prendere contro la guerra di Vladimir Putin. Ma finora così non è stato e la ricerca di unità “oggi non ha significato paralisi perché anche con questa dinamica incrementale (delle sanzioni), l’UE ha dimostrato non solo unità ma anche capacità di diventare un big player a livello internazionale”. La risoluzione votata questa settimana dal Parlamento europeo deve “spingere il Consiglio a fare altri passi avanti, considerando la drammaticità assoluta di quanto sta accadendo”, ha detto.
Nell’atto non legislativo adottato con ampia maggioranza gli eurodeputati hanno votato per chiedere ai leader dell’UE un embargo totale e immediato su tutte le fonti di energia in arrivo dalla Russia, carbone, gas, petrolio e nucleare. La risoluzione di per sé non è vincolante ma aumenta la pressione sui governi per alzare il tiro nel futuro pacchetto di sanzioni che quasi certamente arriverà. Il Sottosegretario è convinto che mantenendo un approccio graduale e “trovando soluzioni razionali, le sanzioni devono essere aumentate”. Consapevoli che “si avrà qualche contraccolpo che deve essere gestibile”. Ha sottolineato infine che è sempre più evidente che l’aggressione all’Ucraina ha il significato politico più ampio di un’aggressione all’Unione europea in termini di valori e interessi “non era una operazione militare speciale in Ucraina, ma più drammaticamente una guerra ideologica della leadership di Putin all’Unione europea e a ciò che rappresenta”, conclude.