Strasburgo, dall’inviata – Guerra in Ucraina, difesa ed energia. Charles Michel ha convocato un Vertice UE straordinario per il 30-31 maggio. A comunicarlo è in un tweet lo stesso presidente del Consiglio europeo precisando che all’ordine del giorno ci saranno in particolare i temi della “difesa, dell’energia e la guerra in Ucraina”. I capi di Stato e governo si erano lasciati al Consiglio europeo di Versailles (11-12 marzo) e all’ultimo Summit di Bruxelles (24-25 marzo) con l’idea di rivedersi quanto prima per affrontare di nuovo gli sviluppi della guerra e la questione energia, in particolare il picco dei prezzi, la stabilità del mercato e l’indipendenza energetica dalla Russia.
As discussed in Versailles and during the last European Council, a special European Council will take place on 30 and 31 May.
On the agenda notably defence, energy and Ukraine. #EUCO— Charles Michel (@eucopresident) April 8, 2022
La convocazione di un Consiglio europeo straordinario era nell’aria da giorni, qualcuno si sarebbe aspettato che fosse convocato prima della fine di maggio vista l’indignazione generale per i crimini di guerra di Mosca nella città ucraina di Bucha e la necessità di intensificare il regime di sanzioni contro il presidente russo Vladimir Putin. La convocazione tra più di un mese ha però un senso perché a maggio è previsto che la Commissione europea presenti più di una misura che influirà sulla risposta europea alla guerra di Putin, principalmente in campo energetico, su cui verosimilmente si confronteranno i capi di Stato e governo alla fine del mese.
Poco prima del Vertice UE, il 18 maggio (data che potrebbe subire modifiche fino all’ultimo) è fissata la presentazione del piano concreto con cui l’UE vuole rendersi indipendente dai combustibili russi entro il 2027. L’impegno è stato già annunciato nel piano REPower EU, che andrà però dettagliato con le misure concrete con cui si vuole attuare questa indipendenza energetica, con focus su rinnovabili e diversificazione dei fornitori di energia. Oggi l’UE dipende per il 40 per cento dal gas russo, 45 per cento del carbone e 27 per cento dal petrolio.
Da mesi ormai Bruxelles sta lavorando contemporaneamente per un nuovo “partenariato multisettoriale” con i Paesi del Golfo Persico (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Iran, Iraq, Kuwait, Oman, Qatar) che sono i principali fornitori internazionali di idrocarburi, i componenti essenziali del petrolio greggio, dei gas naturali e di altri combustibili. Anche qui, il 18 maggio l’Esecutivo presenterà l’iniziativa per una partnership rafforzata con la regione, per andare a compensare l’insicurezza energetica che arriva dalla Russia. Ma sempre a maggio l’UE dovrà presentare anche la sua idea di intervento sul mercato elettrico europeo, che con tutta probabilità includerà una proposta per il disaccoppiamento dei prezzi di gas ed elettricità. Un’ipotesi al vaglio da ottobre e su cui la Commissione attende di fatto una valutazione dell’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione tra i regolatori dell’energia (ACER) prima di pronunciarsi in via definitiva, che dovrebbe arrivare alla fine di aprile.
Sul tavolo del Vertice UE ci sarà certamente l’ultimo pacchetto di sanzioni alla Russia che include anche un embargo sul carbone, ma è probabile anche che tra un mese e mezzo i leader europei si trovino di nuovo impantanati a discutere se e come imporre alla Russia un nuovo embargo energetico, questa volta anche sul petrolio e il gas.