Strasburgo – Nulla è da escludere, tutto è sul tavolo. Questa volta anche le sanzioni alla Russia sulle importazioni di gas, petrolio e carbone, da cui l’UE è dipendente per buona parte del suo mix energetico. Paolo Gentiloni e Valdis Dombrovskis lo dicono a chiare lettere entrando all’Eurogruppo, la riunione dei ministri dell’economia e delle finanze dell’area euro, in corso oggi (4 aprile) a Lussemburgo. “Nulla è fuori dal tavolo” nelle discussioni in corso nella UE sul nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca, il quinto in totale. I ministri delle finanze dell’Eurozona discutono di nuove sanzioni all’energia, saranno poi gli ambasciatori dei Ventisette mercoledì, nella riunione del Coreper, ad approvare un eventuale pacchetto.
“Come Unione europea dobbiamo fare di più per fermare questa guerra e aumentare le pressioni su Putin”, ha detto il vicepresidente esecutivo Dombrovskis in arrivo a Lussemburgo rispondendo a una domanda sulla possibilità di introdurre un embargo sul petrolio dalla Russia, che l’UE importa per il 27 per cento del suo mix energetico. “Niente è fuori discussione e penso che questo sia vero ora più che mai”, ha fatto eco poco dopo il commissario all’Economia Paolo Gentiloni. Il commissario italiano conferma che c’è in UE “una discussione in corso, la Commissione europea dice sempre che per noi nessuna misura è esclusa e quello che abbiamo tutti visto” in Ucraina, nella città di Bucha, “merita una reazione ulteriore”. Ha aggiunto che si capirà nei prossimi giorni se ci sono le condizioni politiche per allargare ulteriormente il pacchetto di sanzioni a cui Bruxelles sta lavorando da settimane.
Il clima politico però non è pienamente unitario ed è emerso già agli arrivi dei ministri dell’economia in Lussemburgo. Il nodo, più che il carbone e il petrolio, è sempre il gas. E a frenare (ancora) è stata la Germania secondo cui “per il momento” è impossibile nel breve periodo per Berlino fare a meno delle importazioni di gas provenienti da Mosca, ha ammesso il ministro tedesco Christian Lindner. Pur riconoscendo la gravità degli atti compiuti dalla Russia ai danni dei civili ucraini “dobbiamo pianificare sanzioni dure, ma il gas non può essere sostituito a breve termine”. Berlino, insieme all’Italia, è tra i Paesi europei più dipendenti dal gas russo. La coalizione di governo del cancelliere Olaf Scholz sembra essere tutto meno che unita su questo, solo domenica il ministro della difesa Christine Lambrecht aveva aperto alla necessità di discutere in maniera più approfondita di porre fine a livello europeo alle importazioni di gas russo dopo i crimini di guerra nella città di Bucha.
Fa eco alla Germania anche l’Austria. Vienna “non è favorevole a nuove sanzioni sul gas russo”, ha detto il ministro federale delle finanze dell’Austria, Magnus Brunner, in arrivo all’Eurogruppo. Le ragioni sono le stesse che portano anche Berlino a frenare sulle sanzioni al gas: la dipendenza dagli idrocarburi russi. “Siamo molto dipendenti dal gas russo e non ci farebbe bene. È per questo che non sosterremo nuove sanzioni sulle forniture di gas”, ha chiarito. Di contro, in attesa di una proposta da parte della Commissione il Belgio si è detto favorevole alla proposta di nuove sanzioni in campo energetico” sulle importazioni di gas e petrolio dalla Russia, ha chiarito il ministro delle Finanze del Belgio Vincent Van Peteghem. “Dobbiamo accelerare l’approvazione del quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia, che dovranno “avere un forte impatto sull’economia di Mosca e ci auguriamo di trovare presto il consenso”. La discussione di oggi tra i ministri dell’Eurozona anticipa solo il dibattito che tutti e Ventisette i ministri europei faranno martedì sempre a Lussemburgo. In collegamento da remoto avranno l’opportunità di discutere con l’omologo ucraino Serhiy Marchenko dell’impatto della crisi sulle economie europee.