Non ho mai scritto sul COVID. Visto il proliferare di esperti (non avrei mai immaginato che in Italia e nel Mondo tante persone fossero esperte di virus e di gestione delle emergenze) ho preferito tenermi da parte ed osservare. Ho visto nel complesso nell’Unione europea una buona gestione della tragedia che ci ha coinvolti. Per i motivi più diversi a qualcuno è andata meglio, a qualcuno peggio, ma i governi hanno reagito, dopo la preoccupante confusione iniziale, piuttosto bene direi, io mi sono sentito protetto, anche se alla fine, pur dopo tre vaccini, il virus me lo sono preso lo stesso.
L’ho preso però alla fine, quando è stato chiamato Omicron, per cui mi ha steso a letto quattro o cinque giorni, e poi, lentamente, mi sono ripreso la mia salute. Niente febbre, niente dolori, niente medicine. Solo una grande, enorme, invincibile stanchezza. Sono stato fortunato.
Come lo sono stato un paio di decenni fa quando ho avuto un problema di salute tutto mio, ma piuttosto serio. Sentivo dire tante cose, da tante persone, ho maturato anche io delle idee, ma ho fatto solo quello che mi hanno consigliato di fare i medici specializzati nel mio problema. Dopo oltre vent’anni dalla sua apparizione sono ancora qui, ho fatto altri due figli fantastici come quello che avevo già, e conduco una vita del tutto normale.
Così ho vissuto il virus, e così interpreto le novità che stanno arrivando anche in Italia. Ho sentito discuterne molto, come al solito numerosi esperti hanno lasciato da parte gli strumenti del loro mestiere per spiegare e alle volte criticare le scelte fatte da coloro hanno studiato invece proprio queste materie.
Ho una mia opinione, e questa volta la voglio dire. La “calata delle mascherine” preoccupa molti. Capisco la preoccupazione e, personalmente, la condivido. Dunque approfitto dello sdoganamento del viso camuffato che questa pandemia ci lascia e continuo a portarla ogni volta che mi sembra opportuno farlo. Qui in Belgio è qualche tempo che non è più obbligatoria (se non sui mezzi pubblici e negli ospedali), ma, come in Italia, non è vietata. Dunque chi vuole la mette, chi non vuole no. Dibattito ozioso secondo me: se uno teme la calata decisa dal governo si metta una bella FP2 e se ne stia tranquillo. Milioni di asiatici vivono da decenni con la mascherina, e continuano lo stesso a riprodursi, a viaggiare, ad avere relazioni sociali e professionali soddisfacenti.
Più complicato è, per le mie conoscenze, il discorso circa il fatto che tanti ancora si ammalano e che sempre troppi muoiano di COVID. Qui governi hanno da un lato riconosciuto che questo virus non si può debellare e che ci si deve convivere e dunque, visti i numeri attuali, a livello diciamo di “ragion di stato” si è detto che tenere tutti sotto pressione per avere qualche morto in meno al giorno è un gioco che non vale la candela. L’economia deve ripartire, i giovani devono poter andare a scuola in pace e via tutto quel che sappiamo. Non è neanche possibile continuare a tenere una tensione sociale tra “sì mask” e “no mask” che davvero è diventata anche stucchevole.
Sì, qualcuno morirà ancora per colpa del COVID, ma un governo non può, non deve pensare al singolo, bensì al benessere complessivo della società. E’ forse molto brutto dirlo, peggio ancora farlo, ma ora che è possibile come non lo era fino a qualche mese fa va fatto, e mi sento protetto da un governo che fa questa scelta, a questo punto. Mentre la ricerca va avanti, i vaccini si perfezionano, e le medicine pure.