Bruxelles – Tutti gli Stati membri allineati sull’accoglienza dei rifugiati dall’Ucraina, senza eccezioni. Dopo la presentazione delle linee-guida per l’assistenza delle persone in fuga dalla guerra scatenata dalla Russia di Vladimir Putin, la Commissione Europea ha ricevuto il via libera dei 27 ministri UE degli Interni al piano in 10 punti per il coordinamento più stretto tra gli Stati membri sull’accoglienza di queste persone in arrivo (o già arrivate) nel territorio comunitario. La decisione è stata presa dopo la presentazione del piano da parte del vicepresidente esecutivo della Commissione, Margaritis Schinas, e della commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, al Consiglio straordinario Giustizia e Affari interni di ieri pomeriggio (lunedì 28 marzo).
Secondo quanto già previsto dalla direttiva sulla protezione temporanea applicata per la prima volta in 21 anni, si andrà a creare una piattaforma europea di registrazione dei rifugiati dall’Ucraina per lo scambio di informazioni tra i Paesi membri, anche grazie al supporto dell’Agenzia UE per la gestione operativa dei sistemi informatici su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (eu-LISA). Coordinamento è la parola-chiave e passa anche dall’approccio alla gestione dei trasporti e dei centri di informazione, sostenuti dalla nuova Agenzia per l’Asilo, che si occuperà anche dei piani operativi per le capacità di accoglienza dei Ventisette: l’obiettivo è mettere in condivisione l’offerta di alloggi e organizzare i trasferimenti da uno Stato membro all’altro, anche grazie all’iniziativa “Case sicure”.
Sempre a livello di accoglienza, saranno messe in campo procedure operative per il sostegno dei bambini e il trasferimento dei minori non accompagnati, così come un piano comune per prevenire il traffico e lo sfruttamento di esseri umani. La rete della piattaforma multidisciplinare europea contro le minacce criminali (EMPACT) ed Europol saranno incaricati di sostenere gli Stati membri sia per assicurare la vigilanza contro la criminalità organizzata, sia per garantire l’applicazione delle sanzioni UE contro oligarchi russi e bielorussi.
Centrale nel piano è lo sviluppare di piani di emergenza nazionali che rispondano alle esigenze di medio e lungo termine, a partire da un piano europeo di emergenza e risposta. Sarà la Commissione a sviluppare un indice comune per la condivisione dell’onere, secondo quanto anticipato nelle linee-guida della settimana scorsa, ma anche uno sportello unico per il sostegno “personalizzato” degli Stati membri e l’uso “flessibile” dei finanziamenti messi in campo dall’Unione. Sul piano della solidarietà, è stata rafforzata la collaborazione con la Repubblica di Moldova, con più trasferimenti di rifugiati dall’Ucraina verso il territorio UE sostenuti da finanziamenti comunitari e il rapido dispiegamento di squadre dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) nel Paese. Nel quadro di cooperazione internazionale per garantire destinazioni sicure, la piattaforma di solidarietà sarà condivisa con Canada, Stati Uniti, Regno Unito e altri partner internazionali.
Intanto dall’Italia è arrivata la firma da parte del premier, Mario Draghi, al decreto ministeriale sulla protezione temporanea e l’assistenza per i profughi provenienti dall’Ucraina. La durata annuale (prima di due possibili rinnovi semestrali) parte dal 4 marzo scorso e i beneficiari sono tutti gli sfollati a partire dallo scoppio della guerra nel Paese il 24 febbraio, sia i residenti sia i cittadini di Paesi terzi a cui era garantita la protezione internazionale. Il permesso di soggiorno garantirà l’accesso all’assistenza erogata dal Sistema sanitario nazionale, al mercato del lavoro e allo studio. Il provvedimento prevede anche “specifiche misure assistenziali” e permette il ricongiungimento dei cittadini ucraini già presenti in Italia con i familiari in fuga dalla guerra.