Roma – Fronteggiare le crisi nel mondo dell’agricoltura attraverso le assicurazioni. Nel secondo panel dell’evento di Eunews dedicato alla nuova PAC, i protagonisti hanno tutti insistito estendere il tema non solo alle avversità climatiche ma anche alla crisi delle merci esplosa per ragioni geopolitiche. Coperture assicurative per le imprese agricole che in un quadro semi obbligatorio coinvolgono ancora troppo pochi soggetti, poco più del 10 per cento e concentrate in sole cinque regioni, nonostante gli sconvolgimenti del clima colpiscano ormai tutta la penisola, la siccità al nord e le alluvioni che colpiscono da diversi anni il sud.
“Purtroppo l’agricoltore vede l’assicurazione come un costo”, sostiene il presidente della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati Filippo Gallinella. “Ora si sta rimettendo in discussione la PAC e dobbiamo produrre di più, capisco che i problemi oggi sono altri ma la questione ambientale non è svanita, cerchiamo di non prendere decisioni di pancia”. Invita perciò a usare “la tecnologia per bilanciare la gestione del rischio ambientale” con altri eventi come la mancanza di risorse e “altri shock che possono accadere”.
Zootecnia in ginocchio ma è “una crisi che colpisce un po’ tutti i settori dell’agricoltura” ha spiegato Camillo Zaccarini Bonelli di ISMEA (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che ha ricordato come in questa fase sia necessario adeguare i sostegni alle aziende, suggeriti in corso d’opera al ministero e a livello europeo la proposta di “tornare alle scorte strategiche” dopo che per tanti anni le produzioni sono state limitate. Zaccarini Bonelli però insiste sul cambio di passe nelle decisioni di Bruxelles: “Una riforma della PAC che è durata per due anni, l’Europa nelle procedure non può essere così lenta”.
Molto critico sulla nuova Politica agricola comune, Luigi Scordamaglia di Assocarni e Filiera alimentare: “Abbiamo fatto una riforma con esigenze di sostenibilità ma nel frattempo il mondo è cambiato e la ripresa sarà ancora più lenta rispetto alla crisi della pandemia. Non possiamo pensare che la PAC non servirà più dal 2027”. Attacco pesante anche sul programma Farm to Fork, la proposta della Commissione “per la quale non c’è stato nessun trilogo, né discussione sulla valutazione d’impatto”.
Nel dibattito, la crisi per l’approvvigionamento delle merci primarie come grano e mais e di altri prodotti della filiera agricola, prende il sopravvento sulle coperture assicurative per i rischi derivanti dai cambiamenti climatici. Tuttavia, questo strumento resta molto importante per la sostenibilità del credito secondo Massimo Pasquali di Banco BPM, l’istituto vocato da decenni nel sostegno finanziario delle imprese agricole. “Da tempo abbiamo creato un percorso del credito dedicato con un dialogo costante con gli imprenditori per intervenire rapidamente in tutte le crisi”. I prestiti bancari sono legati alle assicurazioni per le attività strategiche delle aziende agricole e nella gestione del credito “cerchiamo di capire quanto sono attente alla copertura dei rischi che non è un costo ma un investimento”.