Bruxelles – “Dobbiamo dare vita a un Recovery Plan per la guerra in Ucraina, un pacchetto finanziario frutto della raccolta sul mercato europeo di fondi attraverso l’emissione di bond“. È questa la proposta del vicepresidente del Partito Popolare Europeo (PPE), Antonio Tajani, per affrontare “l’emergenza energetica, migratoria, l’autosufficienza alimentare e la difesa europea”. Un “vero salto di qualità dell’Unione Europea”, come lo ha definito lo stesso Tajani.
Intervistato dal direttore dell’agenzia di stampa GEA – Green Economy Agency, Vittorio Oreggia, all’evento promosso dalla redazione di Eunews/Hub Editoriale dal titolo ‘Nuova PAC, quale futuro per l’agroalimentare europeo?’, l’ex presidente dell’Eurocamera e ccordinatore di Forza Italia ha posto l’accento sull’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina sul sistema agroalimentare europeo e italiano e in generale su tutta l’UE: “La difesa dei valori ha un costo, abbiamo inflitto sanzioni alla Russia, ma non possiamo dimenticare la tutela dei cittadini e delle imprese, che ne subiscono i contraccolpi“. Uno dei settori che soffre di più è proprio l’agroalimentare e su questo Tajani ha le idee chiare: “Sul breve termine bisogna intervenire economicamente, mentre sul lungo periodo serve una strategia che si incardini sull’autosufficienza alimentare”.
La situazione contingente non può non avere conseguenze sulle strategie di lungo periodo di Bruxelles, secondo le parole del popolare Tajani, in particolare sulla Politica Agricola Comune e sulla Farm To Fork: “Bisogna sospenderle e cambiare qualcosa all’interno di queste due grandi strategie“, anche se dai servizi della Commissione è arrivato uno stop proprio nel corso dell’evento di Eunews. “Oggi non possiamo più dividere tra industria e agricoltura, sono due settori fondamentali per l’Italia e dobbiamo fare in modo che ci sia un sostegno forte a questo comparto”, ha aggiunto con forza Tajani. Per quanto riguarda l’autosufficienza alimentare, “gli eventi in Ucraina ci dimostrano che non possiamo essere dipendenti dagli altri“, nonostante “noi non siamo eccessivamente vincolati a Russia e Ucraina per gli approvvigionamenti di grano”. In ogni caso, come per il settore energetico, “dobbiamo fare i conti con un aumento dei prezzi a livello globale” e non bisogna nemmeno dimenticare le conseguenze di un mondo globalizzato: “Una crisi alimentare nel Nord Africa avrà delle ripercussioni anche in termini di flussi migratori sull’Europa”, ha avvertito il vicepresidente del PPE.