Bruxelles – Nulla da fare. Chi pensava che la seconda giornata di vertice europeo dedicato anche alla crisi del gas si sarebbe conclusa in poche ore e senza grandi intoppi (era in programma un pranzo tra i capi di Stato e governo a chiudere il Summit) rimarrà deluso. La discussione sui temi energetici è iniziata questa mattina alle 10:30 e si protrae ancora.
I governi cercano da ore la quadra su come e se proporre interventi per migliorare la struttura del mercato per far fronte al rincaro dei prezzi di gas ed elettricità, mentre discutono al tempo stesso il modo più veloce di ridurre la propria dipendenza dai combustibili fossili importati dalla Russia. Sulla seconda parte c’è un consenso sostanziale tra gli Stati, fonti UE dicono che la discussione è stata scorrevole sulla necessità di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili dalla Russia e si è registrata anche ampia convergenza tra i capi di Stato e governo sulla proposta della Commissione Europea di acquisti congiunti di gas e su un livello minimo di stoccaggio del gas riempito all’80 per cento prima dell’inverno, per non trovarsi con le riserve a secco.
Sui prezzi dell’energia invece rimangono le divisioni che avevamo già evidenziato alla vigilia del vertice. Il dibattito si è fatto “intenso”, spiegano fonti, nel momento in cui i leader hanno iniziato a discutere di come frenare l’impennata dei prezzi dell’energia elettrica e del gas. Il gruppo di Paesi mediterranei guidati dalla Spagna – spalleggiati anche da Italia e Portogallo – è da mesi a favore di un intervento mirato dell’UE sul mercato elettrico, propongono in sostanza di introdurre a livello di UE massimali sui prezzi dell’elettricità o del gas e anche di andare più a fondo, verso un cambiamento della struttura del mercato energetico.
Un altro gruppo di Paesi del Nord come Germania e Paesi Bassi, frena sulla possibilità di un intervento massiccio sul mercato dell’energia che secondo loro è funzionale. La Commissione Europea rimane nel mezzo, ma non esclude per ora la possibilità di un intervento. Sostengono che la revisione del mercato attuale potrebbe minacciare la sicurezza energetica dell’Europa e anzi frenare anche gli investimenti verso le rinnovabili. In un tweet questa mattina la presidente Ursula von der Leyen ha scritto che “per abbassare i prezzi e migliorare la nostra sicurezza energetica a lungo termine, dobbiamo guardare alla causa principale del picco dei prezzi”, ovvero i prezzi elevati e volatili del gas e il loro impatto sui prezzi dell’elettricità”.
But to drive prices down and enhance our energy security in the longer-term, we have to look at the root cause of the price spike.
Namely high and volatile gas prices and their impact on electricity prices. pic.twitter.com/KVNRcHs0yZ
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 25, 2022
La dichiarazione apre a un intervento strutturale per disaccoppiare i prezzi (in modo che non siano influenzati a vicenda), ma per ora rimanda la decisione a quando avrà in mano la valutazione finale sul mercato da parte dell’ACER (Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione tra i regolatori dell’energia).
Fonti europee dicono che una via d’uscita dall’impasse che sia ragionevole per tutti “si sta avvicinando”. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha messo poche ore fa sul tavolo una nuova bozza di compromesso su cui “molti elementi sono già stati risolti”. Fonti che rimangono fiduciose che una quadra possa trovarsi entro la fine della giornata di oggi.