Bruxelles – Mettere in campo tutti gli strumenti disponibili dei piani strategici nazionali per affrontare i timori di insicurezza alimentare dovuti alla guerra in Ucraina, tra i più grandi esportatori al mondo di materie prime agricole. La Commissione Europea, nel suo piano per la sicurezza alimentare presentato lo scorso 23 marzo, ha invitato i governi a sfruttare tutte le “possibili misure” dei loro piani nazionali previsti dalla nuova PAC per affrontare la crisi, comprese gli strumenti di gestione del rischio.
Nella comunicazione, gli Stati sono esortati a utilizzare maggiormente il fondo di sviluppo rurale per finanziare strumenti di gestione del rischio, per aiutare gli agricoltori a far fronte alle perdite di reddito e sostenere lo sviluppo di filiere corte e altri tipi di diversificazione del reddito agricolo. Già la riforma della Politica agricola comune (PAC) che sarà in vigore dal primo gennaio 2023 porta con sé importanti novità sulla copertura dei rischi che possono investire i mercati agricoli, rafforzando il quadro esistente.
L’Italia è stata tra i promotori della richiesta di destinare il 3 per cento dei pagamenti diretti (il primo pilastro) della PAC a politiche di gestione del rischio per quanto riguarda tutte le avversità catastrofali, dal gelo alle alluvioni alla siccità. Con la nuova PAC, l’Italia tenta di spostarsi verso un modello che lega le politiche di sostegno alla gestione del rischio con assicurazioni agevolate, con la creazione di un Fondo Nazionale per i Rischi Catastrofali e destinando il 3 per cento dei pagamenti diretti agli agricoltori.
In manovra l’Italia ha stanziato 691,5 milioni di euro fino al 2027 per il Fondo mutualistico nazionale a copertura dei rischi catastrofali alle produzioni agricole e 250 milioni di euro (50 milioni annui dal 2023 al 2027) destinati alle assicurazioni agevolate, allo scopo di rafforzare il contributo pubblico allo strumento assicurativo.
Il quadro italiano attuale della gestione del rischio non è privo di criticità, su cui il Paese cercherà di intervenire durante il nuovo esercizio. Criticità che riguardano il numero limitato di aziende agricole assicurate, per lo più concentrate in alcune regioni settentrionali e legate ad alcune pratiche agroalimentari specifiche (soprattutto il vino). I dati dell’ultimo rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura 2021 realizzato dall’ISMEA (Istituto di servizi per il mercato agricolo) in collaborazione con il ministero delle politiche agricole alimentari e forestali stima al 2021 76mila aziende agricole assicurate su circa 700mila che godono dei contributi PAC, concentrate in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Piemonte. La concentrazione territoriale è uno dei motivi per cui non si abbassano i prezzi delle polizze assicurative, rendendole poco accessibili e creando così un circolo vizioso alla loro espansione.
Le iniziative previste dall’Italia saranno sufficienti a garantire la diffusione territoriale e anche a scongiurare i pericoli messi in evidenza dalla guerra in Ucraina e che investono anche la sicurezza degli approvvigionamenti e la sovranità alimentare dell’UE? A queste domande risponderà l’evento organizzato dalla redazione di Eunews dal titolo “Nuova PAC, quale futuro per l’agroalimentare europeo?”, in programma lunedì 28 marzo in formato ibrido, a Roma in presenza e anche online.
L’evento si aprirà con una intervista al ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e attraverso tre panel si ripercorreranno i principali cambiamenti che comporterà la riforma dalla politica agricola europea a partire dal prossimo anno. Il primo panel sarà un’occasione di confronto istituzionale sulle novità introdotte a partire dal 2023, con le opportunità per il settore agricolo e le altre criticità. Attraverso il secondo panel si affronterà il tema specifico della protezione dal rischio per gli agricoltori e gli allevatori, ripercorrendo tutte le novità che saranno introdotte a partire dall’avvio del prossimo esercizio finanziario come le opportunità per accedere a polizze assicurative che proteggano il comparto e riducano disomogeneità a livello nazionale. Nel terzo e ultimo panel il focus sarà su come l’UE punta a rivoluzionare il settore della zootecnia per renderlo più sostenibile e ridurne l’impatto sulla natura e su come coniugare la spinta verso la sostenibilità ambientale con l’esigenza di preservare l’economia italiana e europea.