Bruxelles – Da un lato l’embargo sul petrolio e il carbone verso la Russia, dall’altro l’energia e il gas sicuri e a prezzi accessibili per l’UE di fronte alle tensioni geopolitiche in Ucraina. È un Consiglio europeo denso di temi e ricco di divisioni quello che prende il via oggi (24 marzo) a Bruxelles e che vedrà i capi di Stato e governo confrontarsi con il presidente statunitense Joe Biden a un mese esatto dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Dopo un sostanziale nulla di fatto sul tema dell’embargo all’energia russa riscontrato all’ultimo vertice europeo di Versailles (il 10-11 marzo), sul tavolo a Bruxelles torna il tema delle nuove sanzioni contro Mosca e di come rafforzare quelle in essere. La Polonia, insieme ad altri Paesi dell’Est Europa, metterà sul tavolo la proposta di introdurre un embargo delle importazioni di petrolio e carbone, per allinearsi almeno in parte a quanto già stabilito da Stati Uniti e Regno Unito.
Bruxelles importa da Mosca circa il 27 per cento del petrolio e il 46 per cento di carbone. Sulla decisione pesa il veto della Germania in primis ma anche dell’Ungheria, e anche in questo caso i leader sono divisi sulla possibilità di tagliare le importazioni di petrolio. Così come si sono lasciati all’ultimo vertice di Versailles, tra i leader non c’è consenso per un embargo immediato, tanto sul gas (che non figura neanche tra le discussioni) ma tanto sul carbone e sul petrolio.
I leader si confronteranno e si accorderanno senza grandi sorprese sulla proposta avanzata mercoledì dalla Commissione Europea di lavorare insieme per gli acquisti congiunti di gas, gas naturale liquefatto e idrogeno prima del prossimo inverno e coordineranno le misure per riempire lo stoccaggio del gas. La Commissione ha proposto ieri di mettersi a capo di una task force, come aveva fatto per l’acquisto congiunto dei vaccini COVID-19. I leader, senza sorprese, ribadiranno di nuovo la necessità di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili in arrivo dalla Russia in risposta all’invasione dell’Ucraina, dando mandato all’Esecutivo di dettagliare il piano ‘REPower Eu’ per ridurre la domanda di gas da Mosca, da cui l’UE importa ora circa il 40 per cento delle sue forniture.
I temi più divisivi sono le opzioni al vaglio per costruire una rete di sicurezza sul mercato contro i prezzi alti del gas e dell’energia elettrica, ovvero quali interventi fare sul mercato per contrastare il rincaro iniziato con la pandemia e aggravatosi con la guerra. Tra le opzioni allo studio della Commissione c’è il tetto al prezzo all’ingrosso di gas ed elettricità, richiesto da alcuni Stati membri come l’Italia, la Spagna, il Belgio, e Portogallo, mentre altri governi e la stessa Commissione europea frena perché teme che questo possa disincentivare gli investimenti alle rinnovabili. Sul tavolo anche il disaccoppiamento dei prezzi dell’elettricità e del gas per evitare che si influenzino troppo a vicenda.
Quest’ultimo è un dibattito aperto da mesi, da prima che la guerra scoppiasse ma l’UE ha dato mandato all’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione tra i regolatori dell’energia (ACER) di valutare che tipo di interventi fare sul mercato. Dal momento che la valutazione finale di ACER arriverà ad aprile, è probabile che i capi di Stato e governo avviino solo la discussione rimandando la decisione. La questione energetica sarà affrontata nella giornata di domani, ma quella di oggi sarà dominata dalla presenza del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, con cui l’UE siglerà un accordo per forniture aggiuntive di gas naturale liquefatto (Gnl) almeno per i prossimi due inverni. Negli ultimi due mesi Washington si è impegnata a aumentare le forniture di Gnl all’Europa per compensare parte delle forniture di gas tagliate da Mosca.