Bruxelles – “Cuori e case aperte” a chi è in fuga dalla guerra di Vladimir Putin, ma non solo. La presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, apre il vertice europeo in corso oggi e domani (23-24 marzo) a Bruxelles con un appello ai capi di Stato e governo a non voltare le spalle alle richieste dell’Ucraina di far parte dell’Unione Europea. Il futuro europeo di Kiev “non dovrebbe essere in dubbio”, ha detto ai leader nel consueto discorso che il presidente del Parlamento Europeo fa per avviare i lavori del Summit.
Consapevole che non si possono bruciare le tappe e “ogni Paese deve avere il suo percorso, che può essere complesso”, dice in riferimento al percorso di adesione che tutti gli Stati devono compiere prima di poter entrare a far parte dell’Unione Europea, centrando alcuni obiettivi. Eppure, dalla riunione dei capi di Stato e governo dovrebbe arrivare un “messaggio di speranza per Kiev”, quando “l’Ucraina guarda all’Unione Europea, deve guardare alla sua casa”, ha sintetizzato Metsola in conferenza stampa poco dopo il confronto con i leader europei.
Il messaggio dell’Europarlamento riportato dalla sua presidente è che qualunque Paese abbia voglia di entrare a far parte della “nostra famiglia di valori, della democrazia e della pace deve trovare una casa nella nostra Unione Europea”. Non solo un messaggio di speranza. Dalla due giorni dei leader a Bruxelles dovrà arrivare anche un segnale di unità nel rispondere alla guerra ingiusta di Putin. Il Parlamento Europeo “si aspetta unità dal vertice”, ha detto Metsola, perché “le divisioni verranno sfruttate” dalla Russia. “E’ una sfida globale che richiede una risposta globale per fermare questa guerra”, ha aggiunto.
Ha ricordato che fino a poche settimane fa alcune misure adottate dall’UE – come lo sblocco della direttiva sulla protezione temporanea per i rifugiati finora mai attivata – sarebbero state impensabili e oggi invece sono realtà. Non è il momento di ammorbidire la linea proprio ora. “Nessuna opzione può rimanere fuori dal tavolo”, dice in riferimento alle sanzioni già in essere contro il Cremlino e quelle di cui potrebbero discutere i leader al Consiglio. All’ultimo Vertice di Versailles del 11 e 12 marzo, Metsola aveva espressamente chiesto ai leader di introdurre l’embargo sui combustibili fossili importati da Mosca per mandare un messaggio duro a Putin. L’UE dipende per il 40 per cento dal gas russo, per il 27 per cento dal suo petrolio e per il 46 per cento dal carbone. Il tema di includere l’embargo energetico sarà di nuovo sul tavolo del Summit questa sera e domani, ma come era accaduto anche al vertice in Francia, non c’è consenso tra i Paesi sull’embargo ai combustibili russi ma solo sull’impegno a ridurre progressivamente la dipendenza energetica dalla Russia.
L’unità è anche quella che i governi dovrebbero cercare per sbloccare il dossier sul pacchetto asilo e la migrazione “bloccato per troppo tempo”, dice Metsola in riferimento alla proposta della Commissione avanzata a settembre 2020. “Ora è il momento di rafforzare la nostra unità prima di trovarci di fronte a una situazione impossibile e di dover nuovamente affrontare i nostri cittadini con scuse sul perché non ce l’abbiamo fatta” ad affrontare l’accoglienza a chi arriva in Europa cercando una nuova casa o un rifugio temporaneo. Ricorda che al momento ci sono milioni di persone fuggite dall’Ucraina e altri milioni sono sfollati interni e dovrebbero raggiungere l’Europa. “Dobbiamo essere pronti, ma soprattutto dobbiamo essere disposti a fare ciò che è necessario per fornire un futuro senza timori a coloro che arrivano ai nostri confini”. Cuori e case aperte, questo il volto umano dell’Europa i leader devono mostrare in questo momento di crisi.