Bruxelles – Stop al finanziamento dei partiti nazionali da Paesi extra-UE e obbligo di firma annuale di una Dichiarazione dei valori europei. L’Unione Europea spinge per una regolamentazione più stringente sul sovvenzionamento dei partiti politici e delle fondazioni, anche alla luce dei rischi di interferenze russe nella politica nazionale ed europea. I ministri degli Affari europei hanno dato il via libera oggi (martedì 22 marzo) all’accordo politico alla revisione sul regolamento per migliorare la trasparenza di queste operazioni e ora si attende la posizione dei co-legislatori del Parlamento Europeo.
“La trasparenza delle campagne politiche e delle elezioni è vitale per proteggere il processo democratico”, ha spiegato il segretario di Stato francese per gli Affari europei, Clément Beaune. “I cittadini UE hanno il diritto di sapere da dove viene il finanziamento dei partiti e il regolamento aiuterà ad aumentare la trasparenza e a limitare le interferenze straniere”, ha specificato. Nel testo degli emendamenti alla proposta della Commissione Europea del novembre dello scorso anno introdotti dal Consiglio dell’UE compare l’eliminazione delle disposizioni sulla possibilità di ricevere contributi da “membri che hanno sede in un Paese che appartiene al Consiglio d’Europa e la cui sede si trova al di fuori dell’UE”. A questo proposito, dalla scorsa settimana la Russia di Vladimir Putin non fa più nemmeno parte del Consiglio d’Europa. Per un maggiore controllo sulla provenienza dei fondi, la soglia delle donazioni dovrà essere abbassata da 3 mila a 1.500 euro all’anno per donatore: al di sopra di questo importo, dovranno essere fornite informazioni per la loro identificazione.
L’autorità delle fondazioni e dei partiti politici europei potrà effettuare controlli in caso di sospetto di violazione del regolamento, ma dovrà fornire prove di violazione prima di imporre una sanzione finanziaria. A partiti e fondazioni sarà poi chiesto di presentare ogni anno una dichiarazione scritta sul rispetto dei valori dell’Unione Europea. Altre modifiche rispetto alla proposta della Commissione riguardano il ritorno al regime di co-finanziamento del 10 per cento per i partiti politici e del 5 per le fondazioni europee (invece di un allineamento del tasso al 5 per cento) e l’esclusione dei referendum dal co-finanziamento delle campagne nazionali (che non siano nel contesto delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo).