Bruxelles – L’ombra della fame “pesa sul mondo” da quando l’invasione russa in Ucraina è iniziata lo scorso 24 febbraio. “Vediamo carenze di generi alimentari che diventeranno i nuovi focolai di questa guerra”, ed è “esattamente quello che vuole Mosca”. È con angoscia che il ministro ucraino dell’agricoltura Roman Leshchenko si è confrontato martedì 22 marzo con la commissione per l’agricoltura dell’Europarlamento, chiedendo all’UE sostegno per ripristinare le infrastrutture logistiche e aiutare con la ricostruzione del Paese ancora sotto le bombe. Ed è in questa occasione che ha riferito agli eurodeputati di un dialogo in corso tra Bruxelles e Kiev per introdurre un fondo speciale “che i nostri partner europei intendono creare” per sostenere gli agricoltori ucraini di fronte alla crisi.
Per Leshchenko sarebbe utile far confluire lì tutto l’aiuto finanziario da parte dell’UE e poi, a seconda del territorio che ancora sarà controllato da Kiev e non dalle truppe russe, far arrivare gli aiuti direttamente agli agricoltori. “La nostra priorità è aiutare i piccoli agricoltori che rappresentano circa il 75 per cento del nostro PIL e che si trovano letteralmente al fronte”, chi direttamente arruolato nell’esercito ucraino, chi costretto a iniziare la semina sotto le bombe di Mosca. “Senza gli agricoltori perdiamo tutto”, ha aggiunto. Il ministro ha fatto un punto sull’invasione della Russia e l’impatto sul ruolo di Kiev come “granaio del mondo” e garante della sicurezza alimentare mondiale. Le stime dell’UE dicono che insieme, Russia e Ucraina, concentrano il 30 per cento delle esportazioni agricole mondiali.
L’Ucraina è sempre stata “garante della sicurezza alimentare del mondo”, e fino a poco tempo fa è riuscita a garantire nonostante l’invasione forniture per 12 milioni di tonnellate di frumento, 3 milioni di tonnellate di semi di girasole e a esportare circa l’80 per cento dei suoi prodotti alimentari. Ora la situazione sta peggiorando, “i porti sono bloccati” e quasi tutti semi distrutti. Il ministro ha riferito di un centro di immagazzinamento dei beni agroalimentari compromesso dai bombardamenti. E’ per questo che il Paese è stato costretto a decidere di limitare le esportazioni anche verso l’Europa, “per la nostra sopravvivenza”. Il poco che viene prodotto, deve rimanere nel Paese. Non si parla solo di generi alimentari, ma Kiev ha “proibito anche l’esportazione di fertilizzanti dall’Ucraina” come di azoto, fosforo e tutte le materie prime che servono per fare i fertilizzanti “perché dobbiamo salvaguardare il nostro terreno e mantenere per noi i fertilizzanti essenziali per la nostra agricoltura”.
Gli agricoltori ucraini, secondo il ministro, se pure con difficoltà hanno dato il via alla loro stagione delle semine “in aree bombardate e minate”. Leshchenko ha fatto appello ai deputati perché l’UE assicuri agli agricoltori ucraini tutti gli strumenti per produrre a prezzo di costo. Ogni giorno “l’ombra della fame e della carestia pesa sul mondo, vediamo carenze di generi alimentari che diventeranno i nuovi focolai di questa guerra” ed è “esattamente quello che vuole la Russia”, ha denunciato prima dell’interruzione del collegamento. Una situazione in peggioramento che “non riguarda più solo i Paesi europei ma è una tragedia per molti altri Paesi come l’Egitto” o l’area del Medio Oriente che “stanno valutando la possibilità di procurarsi” le materie prime come il “frumento” altrove. La Commissione Europea si prepara a presentare domani un piano strategico sulla sicurezza alimentare del Continente, mentre sembra improbabile che le relazioni commerciali agroalimentari con Kiev possano tornare presto alla normalità.