Bruxelles – La guerra russa in Ucraina non rallenterà l’entrata in vigore della nuova PAC, ma potrebbe costringere i governi europei a riconsiderare alcune scelte iniziali sui loro piani strategici per attuarla. “Potrebbe essere necessario rafforzare alcuni elementi per garantire maggiore resilienza e sicurezza del nostro sistema agroalimentare”, ha detto lunedì 21 marzo il commissario competente Janusz Wojciechowski aprendo i lavori del Consiglio agricoltura in corso a Bruxelles. La riunione dei ministri europei dell’agricoltura si è aperta con un dibattito sulla nuova Politica agricola comune, mentre la Commissione UE si prepara a inviare come da programma alle capitali le prime note con le osservazioni sui piani con cui intendono attuarla.
I 19 Paesi UE, Italia compresa, che hanno consegnato per tempo a Bruxelles i piani strategici entro la scadenza del 31 dicembre riceveranno la lettera di osservazioni da parte della Commissione Europea il 31 marzo, dopo l’approvazione formale da parte del collegio a guida von der Leyen il giorno precedente. In linea con il “nostro impegno di trasparenza” tutte le lettere con le osservazioni “saranno pubblicate”, ha assicurato il commissario.
Patuanelli: “Valutiamo regime transitorio al 2023”
La Commissione Europea apre dunque a delle modifiche dei piani strategici per affrontare la crisi ucraina, ma per l’Italia la strada di una modifica strutturale non è quella giusta da seguire. Nel corso della sessione pubblica il ministro per le politiche agricole, Stefano Patuanelli ha sottolineato che se da un lato “è necessario procedere a passo spedito con l’approvazione dei piani strategici”, dall’altro per affrontare la nuova emergenza determinata dall’invasione russa in Ucraina “dobbiamo essere in grado di adeguare (i piani strategici, ndr) alle nuove fragilità che stanno emergendo in questa crisi internazionale”. Adattare, non stravolgere. Più tardi, parlando a margine del Consiglio con i giornalisti, ha spiegato meglio che più che discutere di un cambio strutturale dei piani strategici nazionali della nuova Pac che devono avere per necessità una visione strategica fino al 2027 “crediamo sia meglio garantire maggiore flessibilità come è successo nel 2021-2022 (mentre Parlamento e Consiglio ancora dovevano trovare un compromesso per la riforma della Pac), prevedendo per il 2023 alcune deroghe” nei piani strategici, per far fronte alla crisi in corso in Ucraina. Cita l’aumento degli aiuti accoppiati e una deroga sui terreni a riposo, così da aumentare i livelli produttivi in Europa di fronte a una dipendenza massiccia dalle materie prime di Ucraina e Russia che oggi vedono il blocco delle esportazioni verso il continente.
L’idea è che non sia giusto stravolgere i piani strategici che “hanno una gittata temporale ampia, ma è giusto prendere atto della difficoltà di approvvigionamento dei materiali e della necessità di implementare la produzione di alcuni prodotti come il mais, il grano e i cereali in generale”, ha detto il ministro. La proposta avanzata dal governo italiano è dunque quella di ragionare su un regime transitorio per i piani strategici per tutto il 2022 e che si estenda anche al primo anno di applicazione della nuova Pac nel 2023 “senza cambiare in modo strutturale i piani strategici ma adeguandoli per un periodo alle esigenze del momento”. E’ probabile, invece, che la Commissione Europea nella lettera di osservazioni ai governi chieda di attuare misure per rendere il comparto più “sicuro e resiliente” di fronte a potenziali crisi di approvvigionamento.
L’altra proposta che Patuanelli ha portato a Bruxelles riguarda il quadro temporaneo degli aiuti di Stato per agricoltori e aziende agricole, che la Commissione ha annunciato settimana scorsa di voler introdurre per far fronte alla crisi sulla scia di quello introdotto per il Coronavirus. Per Patuanelli è necessario estendere il regime attuale degli aiuti di stato agli agricoltori introdotto per la pandemia COVID-19, aggiungendo il riferimento alla guerra in Ucraina, senza introdurre un nuovo quadro. Semplificare, anziché complicare la vita burocratica delle aziende agricole. “Avere due regimi di aiuti contemporaneamente è una complicazione oggettivamente inutile”, ha motivato, spiegando di aver avanzato la proposta nel corso del Consiglio. Quanto agli aiuti a fondo perduto che nella proposta ancora in fieri della Commissione “è ancora troppo bassa per la parte relativa all’agricoltura. Dobbiamo arrivare almeno a 50 mila euro di regime minimo di aiuti diretti” agli agricoltori.
Le osservazioni Ue
A buona parte dei piani strategici presentati a Bruxelles serviranno aggiustamenti ed è emerso con chiarezza dalle parole di Wojciechowski durante il Consgilio. In alcuni piani servirà “migliorare la logica di intervento per renderla più solida”, in altri “i risultati non sempre possono essere valutati come dovrebbero”, ha riferito Wojciechowski. I piani strategici sono il fulcro della riforma che ha investito la politica agricola comunitaria e che sarà in vigore dal primo gennaio 2023. Si tratta di strategie per dettagliare come intendono raggiungere gli obiettivi della Pac riformata, compresi quelli ambientali e di riduzione delle emissioni dal comparto agricolo (responsabile per il 10 per cento dei gas serra prodotti nella UE).
Quanto sarà rapida l’approvazione dei piani strategici della nuova Pac da parte dell’Ue dipenderà dagli Stati membri e da quanto rapidamente riusciranno a rispondere alle richieste di aggiustamenti da parte dell’Ue. L’agenda prevede che siano approvati entro il mese di giugno, ma l’Esecutivo non si aspettava di ricevere l’ultimo piano strategico (quello del Belgio) solo questa settimana. “Abbiamo tutto l’interesse ad approvarli in fretta per dare tempo agli agricoltori di abituarsi alle nuove regole e siamo pronti a portare avanti il dialogo strutturato con i governi”, ha detto il commissario, ma ha aggiunto che “non sarà la fretta a prevalere sulla qualità” del contenuto. La Commissione europea ha ribadito che non intende ridimensionare il contribuito della Pac alla sostenibilità e agli obiettivi ambientali delle due strategie per la biodiversità e ‘Farm to Fork’, ma è convinta che una maggiore sostenibilità contribuirà a rafforzare la sicurezza alimentare dell’Europa.