Bruxelles – Sono milioni gli ucraini che stanno cercando rifugio in Unione europea “strappati alle loro famiglie e al Paese dalle bombe di Putin: le scene di guerra sono devastanti, ma fino a quando non potranno tornare a casa in sicurezza accoglieremo e li sosterremo”. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, apre il suo intervento in videomessaggio all’ottavo forum per la coesione che si tiene oggi (18 marzo) per mandare un chiaro messaggio sull’appartenenza dell’Ucraina alla “famiglia europea”.
Se da un lato le immagini di distruzione delle bombe di Putin sanno di devastazione, le immagini dei cittadini europei che accolgono i rifugiati Ucraina danno un’altra immagine dell’Europa. “Promettono speranza”, ha spiegato von der Leyen secondo cui Bruxelles e Kiev “non sono mai state così vicine”. Ha ricordato che a questo proposito la Commissione Europea ha proposto l’attivazione dell’iniziativa CARE, un pacchetto di azione di coesione per i rifugiati che mette a disposizione degli Stati membri i fondi di coesione per aiutarli a “costruire centri di accoglienza, ospedali mobili e scuole per bambini”, ha ricordato von der Leyen. “Può fornire sostegno all’occupazione, ad esempio corsi di formazione e di lingua, o strutture per l’infanzia. CARE aiuterà gli Stati membri ad accogliere i rifugiati ucraini in modo rapido e umano”.
La Commissione stima che dall’inizio dell’invasione militare russa dell’Ucraina lo scorso 24 febbraio sono oltre 3 milioni le persone fuggite dalla guerra, più della metà di loro sono bambini. Per far fronte alla crisi, in maniera inedita la Commissione ha attivato la direttiva sulla protezione temporanea per aiutare le persone in fuga dalla guerra in Ucraina e ha presentato proprio oggi le linee guida agli Stati membri per metterla in pratica.
La politica di coesione per il Green Deal
La presidente ha poi ricordato il ruolo dei fondi della politica di coesione – quasi 400 miliardi di euro dal 2021 al 2027, con una stima di 100 miliardi in più dagli Stati membri rispetto all’esercizio finanziario precedente – per la riconversione dell’economia europea in chiave green. “L’Europa è all’inizio di una nuova trasformazione per diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 e la politica di coesione può sostenere le regioni verso un futuro più verde e sostenibile”, ha detto, promettendo “investimenti nelle rinnovabili come mai prima d’ora”.
Quando i fondi di coesione sono stati introdotti tra le politiche dell’UE “sostenevano le regioni carbonifere e industriali europee nella loro necessaria trasformazione” verso una economia con minore impatto ambientale. Oggi la coesione “sostiene le regioni in un’altra trasformazione”, quella del Green Deal. Proprio il patto verde per l’Europa sarà una grande “opportunità per gli imprenditori locali. Le imprese locali hanno già iniziato a creare la nuova economia pulita che farà dell’Europa il continente dell’innovazione e il posto migliore in cui vivere e lavorare”. Tuttavia, come spesso ha ricordato la Commissione non ci sarà vera transizione se non sarà giusta, se non lascerà indietro nessuno. La doppia transizione verde e digitale “funzionerà per le persone e le imprese, solo se sarà una transizione giusta”, sottolineando che “tutti devono poter beneficiare di questa trasformazione”. La politica di coesione deve contribuire a sostenere “quelle regioni che hanno una strada più lunga verso un futuro a zero emissioni nette rispetto ad altre”. Lo stesso obiettivo del Fondo per la giusta transizione con cui l’UE sta aiutando “quelle regioni ad allontanarsi dalle industrie ad alto contenuto di carbonio”, ha concluso.