Bruxelles – Inflazione sempre più alta in Europa. A febbraio ha toccato quota 5,9 per cento nell’area euro, con un balzo di 0,8 punti percentuali rispetto a gennaio (5,1 per cento). Indice ancora più elevato a livello di UE a 27, che si attesta al 6,2 per cento alla fine del secondo mese dell’anno in corso, con un incremento di 0,6 punti percentuali rispetto a gennaio. Sui dati pesa il caro-energia, trainato dalla guerra in Ucraina e le incertezze per gli approvvigionamenti.
Nel mese oggetto di analisi di Eurostat il contributo più elevato al tasso di inflazione annuale dell’area dell’euro è venuto dall’energia (+3,12 punti percentuali, pp), seguita da servizi (+1,04 pp), alimentari, alcol e tabacco (+0,90 pp) e beni industriali non energetici (+0,81 pp).
A livello di Stati membri aumento dell’1,1 per cento per Italia rispetto a gennaio (inflazione ora al 6,2 per cento), +0,9 per cento per la Francia (4,2 per cento), +0,4 per cento per la Germania (5,5 per cento). Aumento considerevole anche per la Spagna (+1,4 per cento, al 7,6 per cento). Tra i Paesi con la moneta unica due con indici inflattivo a doppia cifra: Lituania (14 per cento) ed Estonia (11,6 per cento).
Si materializza dunque sempre più uno dei rischi paventati da BCE e Commissione europea per la ripresa che pure gli Stati dell’UE avevano dimostrato di avere registrato dopo la pandemia. Il deterioramento della situazione in Ucraina contribuisce all’impennata dei prezzi e del costo della vita, che si ripercuote anche sul costo dei servizi. Pesa dunque la ripercussione su altri segmenti economici.