Roma – Fornitura di armi a Kiev, soccorso ai profughi, adozione di un protocollo per ridurre il livello di rischio della sicurezza energetica. Il ‘Decreto Ucraina’ è stato approvato alla Camera dei deputati con 367 favorevoli, 25contrari e 5 astenuti.
Pur con l’approvazione di un’ampia maggioranza, il provvedimento resta controverso per la svolta indirettamente interventista dell’Italia nel teatro del conflitto russo-ucraino, considerato da alcuni per questo non in linea con l’articolo 11 della Costituzione italiana. Certamente una scelta condivisa non a cuor leggero dal Partito democratico che non ritiene sufficienti le sanzioni che colpiscono l’economia ma non impediscono invece che ci siano dei morti e i bombardamenti, perciò “si devono mettere gli aggrediti nelle condizioni di avere gli strumenti per difendersi”, ha spiegato il presidente della commissione Esteri Piero Fassino. Un altro elemento considerato poco chiaro è la destinazione e la consegna effettiva degli armamenti (la lista è secretata) che non ne consente il pieno controllo da parte del Parlamento.
In parallelo al decreto, ad alimentare la discussione anche l’approvazione dell’ordine del giorno che impegna il governo ad incrementare le spese militari fino al 2 per cento del Pil: da 25 miliardi di euro si passerebbe circa 38 miliardi, che vuol dire poco più di 100 milioni di euro al giorno. Un voto pressoché unanime, si schierano contro solo Sinistra Italiana, Alternativa ed Europa Verde, ma secondo la maggioranza l’indicazione è nel solco delle dichiarazioni recenti di Draghi in aula e all’accordo informale della Nato nel 2006, (che, in quanto informale, non è mai ratificato dal Parlamento). Non si tratta dunque già di un vincolo per il bilancio dello Stato ma di una spinta al governo che se raccolta sosterrebbe robustamente all’industria della difesa nazionale e, per una quota importante, spingerebbe ad una crescita degli organici delle forze armate, che sono quasi tutte in sofferenza.
Nel testo del decreto, che per la conversione in legge definitiva dovrà passare l’esame del Senato la prossima settimana, anche un capitolo destinato al rafforzamento delle strutture di accoglienza dei profughi provenienti dall’Ucraina, con un incremento di 16 mila posti finanziato con 10 milioni di euro e la deroga sulle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato.
Nella parte dedicata all’energia, trovano spazio le norme per affrontare eventuali rischi dal punto di vista dell’approvvigionamento da gas in fase di emergenza. Prevedono tra l’altro l’autorizzazione preventiva per eventuali riduzioni del consumo di gas delle centrali elettriche attive e l’interrompibilità nei momenti di massimo picco.