Bruxelles – Gli Stati membri hanno dato il loro primo via libera alla proposta della Commissione di estendere il regolamento che ha introdotto il Green pass europeo per un altro anno, fino alla fine di giugno 2023. Nella riunione del Comitato dei Rappresentanti Permanenti (Coreper) che si è tenuta venerdì (11 marzo), i governi hanno però posto delle condizioni, che saranno oggetto di negoziato con l’Europarlamento.
Prima tra tutte, è stato aggiunto l’obbligo per la Commissione Europea di presentare una relazione dettagliata entro il primo febbraio 2023, in sostanza per monitorare l’andamento della pandemia e valutare se sia necessario abrogare o prorogare il certificato. Difficile al momento immaginare come sarà la situazione epidemiologica da qui a un anno, e quindi i governi cercano flessibilità nel caso in cui fosse necessaria. I governi chiedono inoltre di rilasciare i certificati di guarigione dalla malattia COVID-19 dopo un test antigenico, non più solo dopo il tampone molecolare.
Oltre alla richiesta di prorogare il quadro normativo attuale, l’Esecutivo Europeo ha proposto una modifica sulle regole attuali dei certificati COVID-19 per consentire a chi ha partecipato o parteciperà alle sperimentazioni di vaccini (diversi quindi da quelli autorizzati nell’UE) di ottenere ugualmente un pass valido per circolare senza restrizioni in UE, anche se poi non dovessero essere approvati al commercio. Molti Stati già lo fanno, ma soprattutto all’inizio dell’introduzione del Green Pass si è creato un vuoto normativo per tutte quelle persone vaccinate con una iniezione sperimentale – vedi il vaccino Reithera in Italia – che poi hanno avuto molte difficoltà a vedersela riconoscere.
Il Green pass è diventato operativo in Unione Europea per i viaggi il primo luglio del 2021, e il regolamento che lo ha istituito ha validità per 12 mesi e quindi scadrà il 30 giugno 2022. I due co-legislatori – Parlamento e Consiglio – dovranno trovare un accordo politico sulla proroga entro quella data.