Bruxelles – Tra le innumerevoli reazioni che ha scatenato l’invasione russa dell’Ucraina, una ha un significato di portata storica per l’Unione Europea. Per la prima volta nella storia dell’UE, tutti i Paesi membri sono allineati sulla prospettiva di stringere sempre di più la cooperazione in ambito di difesa. È un passo in più rispetto al “tabù” venuto a cadere quasi due settimane fa (era domenica 27 febbraio) sul finanziamento di uno Stato in guerra – l’Ucraina contro l’invasione russa – da parte dell’UE e si è concretizzato con la Dichiarazione di Versailles, firmata dai 27 leader al Consiglio informale di ieri e oggi (10-11 marzo). L’Unione è pronta per una difesa comune europea, i primi semi sono stati piantati proprio là dove più di 100 anni fa si assisteva a un fallimento per l’unità europea.
La difesa comune europea, nello specifico, è uno dei tre pilastri della Dichiarazione e del “nuovo modello di crescita e di investimento per il 2030”, come illustrato dal presidente francese, Emmanuel Macron, padrone di casa a Versailles. “Si tratta di una svolta storica importante nel progetto dell’Unione Europea“, ha dichiarato senza mezzi termini in conferenza stampa il presidente di turno del Consiglio dell’UE: “Paesi tradizionalmente neutrali come la Svezia hanno sostenuto l’Ucraina, la Germania ha deciso investimenti storici nell’ambito militare e la Danimarca ha presentato al popolo la possibilità di ritornare nel progetto europeo di sicurezza e difesa”. A questo punto vanno delineate le direttrici del rafforzamento delle capacità di difesa e gli appuntamenti decisivi saranno a fine marzo e a metà maggio.
“L’imminente Bussola Strategica fornirà una guida per l’azione nelle dimensioni di sicurezza e difesa”, si legge nel testo della Dichiarazione. Il progetto è in fase di elaborazione da mesi, da quando è scoppiata la crisi in Afghanistan e l’Unione Europea si è scoperta fragile e disorganizzata di fronte agli scenari globali più instabili. La presentazione è prevista al Consiglio Europeo del 23-24 marzo e dopo l’invasione russa dell’Ucraina non ci sono più dubbi che la scadenza sarà rispettata. Ma sarà a maggio che si dovrà trovare una quadra sull’intero progetto di difesa comune europea, prima del vertice NATO di Madrid a fine giugno: al Consiglio UE straordinario si metteranno a punto “gli investimenti necessari coordinati, gli obiettivi di bilancio, le necessità a livello spaziale, informatico e marittimo, e i bisogni delle filiere industriali di difesa europee”, ha precisato Macron.
Nello specifico, con la Dichiarazione di Versailles i 27 capi di Stato e di governo dell’Unione Europea hanno deciso di “investire di più e meglio nelle capacità di difesa comune e nelle tecnologie innovative”. Spazio allora per un “aumento sostanziale delle spese per la difesa“, in linea con quel 2 per cento del PIL approvato anche dalla Germania la settimana scorsa. La presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, ha spiegato ai giornalisti che “nelle prossime settimane prepareremo un’analisi dei gap di investimenti tra Stati membri, per avere un piano chiaro entro metà maggio”. Stando a quanto si legge nella Dichiarazione, ci si dovrà concentrare sulle “carenze strategiche” e sugli investimenti “in modo collaborativo” tra i Ventisette, anche sul fronte degli acquisti dai partner e delle sinergie di ricerca e innovazione sulle tecnologie critiche ed emergenti. A questo si riferisce il presidente Macron quando parla di “rafforzamento della filiera industriale di difesa“, piccole e medie imprese comprese.
Come ha evidenziato il presidente del Consiglio UE, Charles Michel, “è innegabile che ci siamo svegliati due settimane fa in un’Europa nuova e in un mondo diverso” e che “le azioni di guerra della Russia evidenziano la necessità di una difesa comune europea con una strategia operativa e una base industriale”. I leader dell’Unione hanno ribadito senza ambiguità che il rapporto con la NATO potrà solo che rafforzarsi: “Un’Unione Europea più capace nel campo della sicurezza e della difesa comune contribuirà positivamente alla sicurezza globale e transatlantica, che rimane il fondamento della difesa collettiva per i suoi membri”. A livello comunitario bisognerà però aumentare gli sforzi per “proteggerci dalla sempre crescente guerra ibrida, proteggendo le nostre infrastrutture e combattendo la disinformazione”. Ma anche “accelerare gli sforzi in corso per migliorare la mobilità militare in tutta l’UE“. Ci si aspetta che entro un paio di mesi i semi della difesa comune europea piantati a Versailles diventino un progetto concreto in crescita.