Bruxelles – Luce verde dal Parlamento Europeo all’ottavo programma generale d’azione dell’Unione per l’ambiente (PAA), la cornice normativa per definire e attuare le politiche ambientali e climatiche dell’UE, sia quelle a medio termine (2030) che a lungo termine (la neutralità dal carbonio al 2050). Con 553 voti favorevoli, 130 contrari e 7 astensioni, i deputati riuniti a Strasburgo per la plenaria hanno convalidato oggi (10 marzo) l’accordo politico raggiunto con il Consiglio a dicembre 2021, che cerca di allineare gli obiettivi ambientali dell’Ue agli impegni del Green Deal europeo.
Tra le altre novità introdotte nell’accordo, Stati e Parlamento si sono impegnati a introdurre un nuovo quadro di monitoraggio vincolante sui progressi che gli Stati stanno compiendo per l’eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili “sulla base di una metodologia concordata” con la Commissione. Rafforzare il quadro di monitoraggio dovrebbe disincentivare anche i sussidi, mentre entro il 2023 l’Esecutivo europeo dovrà introdurre anche un nuovo strumento per individuare altri sussidi dannosi per l’ambiente che non siano propriamente combustibili fossili.
Il nuovo quadro normativo fissa sei obiettivi principali: ridurre in modo irreversibile le emissioni di gas serra e aumentare l’assorbimento di CO2 per centrare l’obiettivo al 2030 e conseguire la neutralità climatica al 2050; rafforzare la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, dissociare la crescita economica dall’uso delle risorse accelerando la transizione a un’economia circolare, perseguire l’obiettivo “inquinamento zero”, proteggere la biodiversità, ridurre le principali pressioni ambientali e climatiche connesse alla produzione. L’accordo ha previsto una valutazione intermedia nel 2024 da parte della Commissione europea sui progressi che stanno compiendo i governo per il raggiungimento degli obiettivi al 2030.
“L’ottavo programma fa dell'”economia del benessere” un obiettivo prioritario per il 2030″, commenta la relatrice Grace O’Sullivan (Verdi/ALE), relatrice. “Si tratta della prima volta nel diritto dell’UE e segna un passo importante nell’allontanarsi dall’ossessiva, attenzione insostenibile alla crescita del PIL verso ciò che questa pandemia ci ha mostrato è la cosa più importante di tutte: il benessere delle nostre persone e del pianeta. Questo è un esempio positivo del tipo di cambiamento sistemico necessario per raggiungere il nostro obiettivo di vivere bene, entro i limiti del nostro pianeta”.