Comunque vada a finire il mondo sarà diverso dopo questa crisi. Quello che è successo è troppo grande, troppo catastrofico, troppo drammatico perché si possa ritornare al “business as usual”. Le cose fatte da Vladimir Putin e le posizioni prese dagli altri leader mondiali non potranno essere cancellate in futuro. Soprattutto se l’autocrate russo dovesse “vincere” questa guerra e tenersi tutta l’Ucraina.
Di certo però andrà male per Putin, come sempre in questi casi di sanguinario delirio di onnipotenza. Non è possibile una via d’uscita vantaggiosa per lui: i regimi autoritari non hanno la forza che le democrazie hanno di unirsi una a protezione dell’altra in caso di bisogno. A meno che non si arrivi ad una guerra nucleare, in seguito alla quale non ci sarà più, su questa terra, qualcosa che noi donne e uomini del 2022 potremmo riconoscere, questa crisi finirà, perché anche le guerre sono cose umane e come tali, come è stato detto, hanno avuto un inizio ed avranno anche una fine, dalla quale ripartire.
Probabilmente dunque Putin perderà la sua sfida, come e quando non lo sappiamo, dopo quanti morti massacrati non lo sappiamo, ma è sempre più solo e dunque è probabile che il suo progetto fallisca. Ma se anche dovesse vincere nella parte che riguarda l’occupazione dell’Ucraina intera, per lui sarà una sconfitta. Perché si ritroverà solo, e, ben che gli vada (ma non è affatto detto che sarà così) con lui parlerà solo la Cina, ma lo farà dall’alto in basso, perché lui sarà vassallo di Pechino, dopo aver dissanguato il suo popolo in quest’operazione bestiale e cinica.
Sul fronte europeo, come si dice, la guerra come sempre alla fine ha fatto fare dei passi in avanti. Ha unito gli europei su fronti che li avevano sempre visti divisi, il primo dei quali è proprio quello dei rapporti con Mosca. Un risultato che Putin ha raggiunto è stato quello di alienarsi tutta l’area più ricca del Pianeta, spingendola a forza di cannonate verso l’indipendenza energetica dalla Russia. Ci vorrà del tempo, ma si farà, perché anche questa guerra che l’autocrate credeva poter essere una guerra lampo, durerà purtroppo più del previsto, da lui, e più del previsto, da lui, saranno i suoi effetti.
Il mondo sarà diverso, dicevamo, e sarà un mondo senza Putin: se anche resterà al Cremlino, il suo ruolo oramai diventerà simile a quello di un Lukashenko qualsiasi, pur se di stazza più grande. A spese, anche, del suo popolo.