Bruxelles – L’Italia salva 144,7 milioni di euro di fondi europei. Non ha commesso le irregolarità contestate dalla Commissione europea, e dunque la perdita di risorse è più contenuta del previsto. Roma vince la sua battaglia legale contro Bruxelles che vale tanto, per il settore primario nazionale. Non deve restituire nulla, visto che il Tribunale dell’UE accoglie il ricorso tricolore, e annulla le richieste di escludere il Paese dai finanziamenti attraverso il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).
Il 30 ottobre 2019 la Commissione europea ha deciso di intervenire nell’erogazione dei fondi UE, applicando correzioni forfettarie che analitiche per gli esercizi finanziari 2015 e 2016 sulla base dei risultati delle verifiche di spesa. Nello specifico si è deciso di non corrispondere 143.924.279 euro a titolo di aiuti per superficie agricola, 11.050.070 euro a titolo di organizzazioni di produttori e programmi operativi, e 857.498 euro a titolo di sviluppo rurale.
Dopo le valutazione del caso, i giudici di Lussemburgo accoglie il ricorso dell’Italia, sia pur parzialmente. Annulla la richiesta della Commissione relativa ai 143.924.279 euro. L’Italia dovrà comunque rinunciare agli oltre 11 milioni per le organizzazioni di categoria, quanto allo sviluppo rurale invece di perdere 857.498 euro ne perderà ‘solo’ 72.704. Vengono dunque salvati 784.794 euro per lo sviluppo rurale. Ciò perché Il Tribunale dell’UE, sovvertendo la valutazione della Commissione, ha escluso la presenza di irregolarità nella procedura d’appalto gestita dal Comune di Campoli Monte Taburno (Benevento), oggetto di finanziamento europeo.
L’Italia dunque non perderà 144.709.073 euro. Almeno per ora, almeno alla luce dei questa sentenza contro cui l’esecutivo comunitario può fare appello. Ha a disposizione due mesi per farlo, e in quel caso il contenzioso si trasferirà alla Corte di giustizi dell’UE, per la sentenza di ultimo grado, quella definitiva.