Bruxelles – Si doveva parlare di patto di stabilità, la sua reintroduzione dopo la sospensione causa pandemia, crescita e modelli d’investimento, e invece l’agenda informale dei capi di Stato e di governo dell’UE vede sparire la ragione principale e dichiarata del summit. Il punto principale viene non solo derubricato, ma proprio messo da parte. La guerra in Ucraina cancella il dibattito sulle regole comuni di bilancio.
Il vertice dei leader del 10 e 11 marzo si concentrerà sulla guerra in Ucraina, la valutazione dell’impatto delle sanzioni UE sulle economie a dodici stelle, la questione energetica e le strategie per uscire dalla morsa delle dipendenza dal gas russo. A Versailles, dunque, nessun ragionamento su regole che alla luce della crisi in atto e le incertezze ad esso legato appaiono destinate a restare in soffitta per ancora un po’ di tempo.
E’ una logica conseguenza di un conflitto che l’UE intende combattere a colpi di sanzioni. Ci sono tre pacchetti senza precedenti già varati, di cui non è possibile ancora stabilire la portata sull’economia, e altre misure potranno arrivare. “Non sono escluse”, riconosce il presidente del Consiglio, Mario Draghi, lasciando Bruxelles al termine di un incontro voluto con la presidente della Commissione UE per cercare di stimolare i lavori di una cabina di regia che si vorrebbe europea.
E’ giocoforza che la situazione in atto cancella il dibattito originale. Ci sono molti Stati membri che soffrono la crisi energetica, e vorrebbero tutele per le industrie più colpite. La riunione dei leader era già convocata, e l’appuntamento voluto dalla presidenza francese di turno del Consiglio dell’UE rappresenta il momento più immediato per mettere sul tavolo tutto questo.