Bruxelles – L’Unione Europea non metterà il gas davanti ai diritti umani e alla difesa della democrazia. Con la guerra in Ucraina alle porte d’Europa, le istituzioni europee cercano di parlare con una sola voce anche quando si parla della necessità di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. “Non scambieremo la difesa dei diritti umani in cambio di approvvigionamento di gas, non abbandoneremo la difesa dei diritti umani perché dipendiamo dalla Russia energeticamente, dobbiamo lavorare per superare la nostra dipendenza (energetica) da Mosca”, ha esordito l’alto rappresentante UE per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, durante la plenaria straordinaria del Parlamento Europeo in corso a Bruxelles in cui ha preso la parola anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, da remoto, per chiedere un’apertura rapida dall’UE al processo di adesione di Kiev.
Nel corso del pomeriggio i deputati voteranno, probabilmente molto compatti, su una proposta di risoluzione presentato da tutti i gruppi politici all’Europarlamento, fatta eccezione per il gruppo di Identità e Democrazia, di cui fa parte la Lega che però ha già chiarito che voterà a favore. Per l’alto rappresentante Borrell, l’aggressione di Mosca e la risposta compatta e unita da parte UE che ne è seguita con ormai tre pacchetti di sanzioni finora varati “segna la nascita di un’Unione Europea geopolitica”, come da idea originaria della Commissione a guida von der Leyen. “Abbiamo sorpreso Putin con una capacità di risposta compatta e unita. Il momento tragico che stiamo vivendo deve ora spingerci ad agire ancora più uniti”, ha aggiunto. Per il capo della diplomazia europea l’aggressione ai danni dell’Ucraina segna anche “la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale in cui un Paese con armi nucleari invade un altro Paese e questo rafforza la sua capacità di intimidazione”, come è emerso da quando Putin ha espresso la possibilità di ricorrere al nucleare più per deterrenza e per scoraggiare gli occidentali a intervenire nel conflitto.
Oltre le belle parole, la Commissione Europea lavora per diversificare le forniture e trovare alternative perché Mosca di fatto non è un partner affidabile e lo sta dimostrando anche nella crisi attuale. Non era un partner affidabile prima, ma è evidente che l’escalation che stiamo vivendo segna un punto di non ritorno nei rapporti tra Mosca e Bruxelles, che non saranno più gli stessi. “Non possiamo fare così tanto affidamento su un fornitore che ci minaccia esplicitamente”, ha chiarito la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento, richiamando una ad una le azioni che sta mettendo in campo per ridurre la propria dipendenza dal gas russo, da cui dipende per il 40 per cento del suo approvvigionamento totale. Anche prima che la tensione esplodesse, Mosca ha tenuto per tutto autunno e parte dell’inverno un atteggiamento sul mercato del gas insolito per un fornitore di energia, non aumentando le forniture di fronte a un aumento della domanda (dovuta in parte alla ripresa delle economie post pandemia) e soprattutto di fronte alle richieste di Bruxelles di aumentare le riserve.
La dipendenza va superata perché conviene anche all’UE superarla. “Siamo in contatto con altri fornitori globali, che stanno rispondendo”, ha sintetizzato von der Leyen. Cita l’esempio della Norvegia, il secondo fornitore di gas all’UE, di cui una settimana fa von der Leyen ha ospitato a Bruxelles il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre proprio per rafforzare i legami in caso di tagli da parte di Mosca. Solo poche ore dopo la situazione è precipitata. “Stiamo costruendo nuovi terminali GNL e stiamo lavorando su interconnettori”. Ma a lungo termine, ha sottolineato von der Leyen come sempre, è “il nostro passaggio alle energie rinnovabili e all’idrogeno che ci renderà veramente indipendenti”.
La risposta alla crisi energetica si chiama Green Deal, anche se ora è troppo tardi per fare pieno affidamento sulle rinnovabili e Bruxelles ne è consapevole. Ci vogliono anni per aumentare la capacità su larga scala di energia verde. “Dobbiamo accelerare la transizione”, ha incalzato la presidente, perché ogni “kilowattora di elettricità che l’Europa genera da energia solare, eolica, idroelettrica e biomassa riduce la nostra dipendenza dal gas russo e da altre importazioni di energia. Questo è un investimento strategico. E in più, meno dipendenza significa anche meno soldi per il forziere di guerra del Cremlino”.
Sulla stessa linea anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che ha aperto i lavori della plenaria. “Prima di tutto, l’Europa non può più dipendere dal gas del Cremlino. Abbiamo bisogno di raddoppiare i nostri sforzi per diversificare i nostri sistemi energetici verso un’Europa che non sia più al servizio degli autocrati. Questo metterà la nostra sicurezza sicurezza energetica su basi più solide”, ha detto Metsola.
La risoluzione
Ridurre la dipendenza energetica, in particolare dal gas, petrolio e carbone dalla Russia, diversificare le fonti energetiche e abbandonare definitivamente la messa in funzione del gasdotto Nord Stream 2 che dovrebbe trasportare il gas dalla Russia alla Germania. Sono alcune delle richieste degli eurodeputati contenute nella proposta di risoluzione che sarà votata oggi dalla plenaria. L’atto di indirizzo esorta Commissione e Stati membri a “creare un meccanismo di coordinamento e a utilizzare tutti i possibili depositi di gas per garantire un approvvigionamento ininterrotto all’UE”. Richiesto un attento monitoraggio sull’impatto dell’attacco russo sulla stabilità finanziaria e sulla stabilità dei prezzi, anche quelli dei prodotti energetici. Infine, il documento invita gli Stati membri a porre fine a qualsiasi collaborazione con la Russia nel settore nucleare, in particolare la cooperazione con Rosatom, produttore di energia elettrica in Russia, e le sue controllate.
Nei loro interventi che hanno seguito quelli dei vertici europei, anche i capigruppo dei gruppi politici all’Europarlamento hanno mostrato di voler dare forte attenzione alla dimensione energetica della crisi in Ucraina. “Solo con coraggio e sacrificio raggiungeremo l’autonomia energetica per sconfiggere Putin”, ha ricordato la capogruppo dei Socialisti&Democratici, Iratxe García Pérez. “Il nostro impegno totale per un ordine energetico globale basato sulle energie rinnovabili a lungo termine deve essere integrato dalla creazione di riserve di gas strategiche a breve termine”.