Bruxelles – Nel mezzo dell’invasione russa dell’Ucraina, da Kiev arriva un messaggio forte che sembra quasi una missione impossibile. “Ci stiamo rivolgendo all’UE in merito all’adesione immediata dell’Ucraina attraverso una nuova procedura speciale“, è quanto ha fatto sapere il presidente Volodymyr Zelensky nell’ultimo video pubblicato questa mattina (lunedì 28 febbraio). “Il nostro obiettivo è stare insieme a tutti gli europei e, soprattutto, essere alla pari. Sono sicuro che è giusto, sono sicuro che è possibile”, ha aggiunto il leader ucraino, impegnato a guidare la resistenza a Kiev.
Se non si stesse parlando di una “nuova procedura speciale”, qualche giorno fa abbiamo analizzato su Eunews i motivi per cui l’adesione UE dell’Ucraina sul breve periodo è un traguardo irraggiungibile. Non appena la richiesta formale da parte di Kiev arriverà a Bruxelles, la palla cadrà nelle mani dei Ventisette e – qualsiasi decisione sarà presa – sarà pesantissima. Da una parte c’è la possibilità di mandare un messaggio significativo al popolo ucraino e uno altrettanto forte alla Russia di Vladimir Putin. Dall’altra parte, la consapevolezza che un processo di allargamento richiede tempistiche non frettolose per portare al maggiore allineamento possibile tra il Paese candidato e l’Unione, oltre al fatto che una decisione immediata potrebbe costituire una provocazione eccessiva (e forse non necessaria) al Cremlino. In altre parole, che l’allargamento dell’UE non può essere dettato da motivazioni di conflitto diplomatico con un altro Paese.
Per il momento, Consiglio e Commissione si rimbalzano la responsabilità. Parlando con un gruppo di media tra cui l’ANSA, il presidente del Consiglio UE, Charles Michel, ha affermato che, una volta ricevuta la richiesta, “l’esecutivo comunitario dovrà prendere una posizione ufficiale e questo significa che anche il Consiglio dovrà farlo”. Ecco perché “penso che ci sarà molto presto il dibattito“, ha avvertito Michel, anche considerato il fatto che “tra i Paesi membri ci sono opinioni diverse”. Da parte della Commissione, la portavoce per la Politica di vicinato e l’allargamento, Ana Pisonero, ha ricordato nel corso del punto quotidiano con la stampa di Bruxelles che “al momento non c’è stata ancora richiesta formale” e “se qualcosa arriverà, sarà al Consiglio“. Prima del Consiglio Difesa straordinario, l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha messo in chiaro che “l’adesione dell’Ucraina all’UE nell’immediato non è in agenda” e che “ora dobbiamo dare una risposta per le prossime ore, non per i prossimi anni”.
Se sul breve periodo – e sulla possibilità di una non meglio precisata “nuova procedura” – sembra esserci confusione a Bruxelles, la prospettiva di più ampio respiro dell’adesione UE dell’Ucraina non è assolutamente da scartare. Anzi. “Abbiamo un processo con l’Ucraina che sta, per esempio, integrando il loro mercato con il nostro comune”, ha sottolineato la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, nel corso di un’intervista per Euronews. “Abbiamo una cooperazione molto stretta sulla rete energetica e molti argomenti su cui lavoriamo strettamente insieme ci appartengono”, ha aggiunto, specificando – in modo sibillino che – “l’Ucraina è dei nostri e li vogliamo dentro l’Unione“. Le tempistiche che verranno proposte faranno tutta la differenza in questa nuova partita geopolitica.
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