Bruxelles – Avanti tutta, nonostante tutto. Il pacchetto di sanzioni europee per la guerra in Ucraina, avrà un costo per economia e ripresa dell’Eurozona, e i ministri economici dei Paesi UE con la moneta unica proprio su questo si confrontano nella riunione informale di Parigi. “Dobbiamo discutere i costi” delle misure contro Russia e Bielorussia, scandisce il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, anche perché “il pacchetto adottato è forte, efficace, ma non è l’ultimo“.
Impossibile adesso capire cosa succederà. “E’ troppo presto”. Bisogna aspettare lo sviluppo della situazione ma comunque ternersi pronti. Lavorare alla capacità di risposta a conseguenze della strada intrapresa è ora la priorità. Da un punto di vista commerciale la situazione è gestibile, spiega Gentiloni, e pure sostenibile nella misure in cui i flussi di scambi sono una parte delle attività dell’Unione. Diversa la questione energetica. E’ a questa che occorre trovare risposte. Qui la Commissione è già al lavoro per una strategia comune fatta di stoccaggi, appalti europei, diversificazione dei fornitori.
A Parigi, dunque, si procede innanzitutto alla “valutazione dei tipi di impatto che questa guerra può avere sulla ripresa”, continua Gentiloni. La linea europea è che non si ci può sottrarre. “Certo, ci sarà un costo. Ma in questa situazione occorre dare una risposta”, taglia corto Valdis Dombrovskis, commissario per un’Economia al servizio delle persone, anche lui mobilitato per trovare misure di risposta agli shock energetici, misure attese per marzo.
Sulla risposta energetica insiste la Spagna. La ministra Nadia Calviño giunge a Parigi decisa a chiedere all’esecutivo comunitario di presentare quanto prima le proposte per rispondere agli shock energetici. Mentre l’olandese Sigrid Kaag, avverte: “Dobbiamo aiutare l’Ucraina e il popolo ucraino”. Vuol dire soldi, l’eventualità di attingere al bilancio comune per rispondere alle esigenze create dalla situazione. Che potrebbe evolvere. “E’ importante che tutte le misure restino sul tavolo, incluso l’esclusione della Russia dal circuito bancario SWIFT“. Quello varato dai leader, dunque, non è l’ultimo set di sanzioni dal costo, e occorre iniziare a ragionare anche in ottica di prospettiva.