Bruxelles – Stabilire un obbligo per gli Stati membri di garantire un livello minimo di stoccaggio del gas prima dell’inizio della stagione invernale, per far fronte a eventuali shock di approvvigionamento. È quanto sta valutando di inserire la Commissione Europea nella sua nuova comunicazione agli Stati sull’energia che adotterà mercoledì 2 marzo per far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia e a potenziali carenze nell’approvvigionamento. Una comunicazione che fa seguito a un pacchetto di linee guida presentato ai governi lo scorso autunno e che dovrebbe preparare meglio l’UE a gestire eventuali tagli alle forniture da parte del proprio fornitore principale di gas, la Russia, tra i timori di un conflitto in Ucraina.
L’Esecutivo europeo “sta esaminando la possibilità di introdurre a livello europeo l’obbligo per gli Stati membri di garantire un livello minimo di stoccaggio del gas prima dell’inizio della stagione invernale”, ha confermato lunedì la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, in una conferenza stampa a Madrid dopo un colloquio con Teresa Ribera, ministra spagnola per la transizione ecologica. “Dobbiamo essere meglio preparati alla prossima stagione invernale, il nostro problema è che in alcuni Stati membri i livelli di stoccaggio sono più bassi del solito”. In alcuni dei Paesi UE già è presente una normativa nazionale per un livello minimo di stoccaggio strategico per evitare shock durante la stagione invernale, quella in cui generalmente c’è più domanda di gas per i riscaldamenti. “Stiamo valutando se sia il caso di introdurre un obbligo del genere anche a livello europeo”, ha spiegato la commissaria, precisando però che per il momento la comunicazione è ancora in discussione e la bozza potrebbe cambiare da qui all’adozione la prossima settimana.
Simson ha chiarito che non si tratterebbe di una copia delle regole che attualmente si richiedono ai Paesi membri sulle scorte strategiche di petrolio. “Non proponiamo in questo momento una riserva strategica di gas naturale simile (a quella) che abbiamo nei prodotti petroliferi”, ha detto. L’idea è quella di arrivare al prossimo Consiglio europeo del 10 e 11 marzo con il nuovo pacchetto per l’energia già pubblicato, in modo che i capi di stato e governo possano discuterne in maniera approfondita. A preoccupare Bruxelles, come da mesi a questa parte, è la tensione geopolitica con la Russia che rischia di esplodere con una invasione dell’Ucraina. “Dobbiamo diversificare le nostre fonti di energia per ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili importati e investire in energie rinnovabili pulite”, ha ribadito la commissaria. “Dobbiamo prepararci a scenari più gravi di quello attuale in caso in cui la Russia dovesse tagliare in parte o del tutto le sue forniture di gas in UE”.
Bruxelles sta studiando anche quanto i prezzi del gas influiscano sui prezzi dell’elettricità e se sia il caso di disaccoppiare il mercato, come proposto da alcuni Stati membri come la Spagna. In aprile arriverà la relazione finale dell’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione tra i regolatori dell’energia (ACER) che ci “aiuterà a capire se è il caso di fare aggiustamenti (al mercato) per attenuare meglio i picchi dei prezzi dell’energia e affrontarne la volatilità”. Nel frattempo, continua il lavoro della Commissione per diversificare le forniture di gas e compensare i livelli bassi con forniture di gas naturale liquefatto, il Gnl. “Le nostre riserve sono piene per il 10 per cento in meno rispetto alla media registrata nello stesso periodo negli ultimi anni”. È per questo che nei mesi scorsi Bruxelles ha aumentato le importazioni di Gnl che a gennaio hanno toccato il picco di 120 navi cargo in arrivo in Europa e circa 10 miliardi di metri cubi di gas liquefatto importato. Dagli Stati Uniti arriva la maggior parte del gas naturale liquefatto in Europa, con un valore di 12 miliardi di euro raggiunti nel 2021. Solo a gennaio 2022, viste le tensioni con la Russia, il 44 per cento delle importazioni di gas in Europa arrivavano da Washington.